Ci siamo, ce lo auguravamo da tempo ed eccolo qui, l’album dei COS/MES, che a dire il vero non è propriamente un album ma una raccolta di pezzi usciti precedentemente su vinile, più sei inediti che ne sanciscono lo status.
I COS/MES sono un duo giapponese non molto conosciuto che ha espresso finora in maniera eccellente una visione cosmica dell’universo dance, parafrasando house e techno in una rielabolazione personalissima dalle molteplici sfumature.
La loro musica è un memorabilia di suoni e colori che hanno avuto sempre a che fare con il sole e le tinte calde, in un continuo gioco di rimandi temporali tra passato e futuro. Una tensione continua riversata in brani accuratissimi, dove melodia e ritmo sono le basi essenziali di una lavorazione in fase di rifinitura a dir poco barocca.
Diciamo pure che il filone è un pochino abusato in questo periodo, se penso a tutto il business sui re-edit che impera in questo momento, riesco anche a capire come artisti di questo calibro non siano ancora emersi nella maniera opportuna. Un abuso che offusca le cose, annebbia gioielli e massifica la visione ed il pensiero generale. Ma è proprio in questi casi che è bene andare in profondità, cercando dove gli altri non arrivano.
Quello di cui vi sto’ parlando è un album delizioso, costruito su architetture dance originalissime farcite di ogni ben di Dio sonoro, pescato, e questo è proprio il caso di dirlo, a 360 gradi nella musica.
Il risultato è un viaggio in atmosfere che svelano secondo dopo secondo scenari inusuali ed affascinanti, tra strumenti a fiato, percussioni di ogni tipo, linee di basso sinuose, piccoli sample estrapolati un po’ ovunque, canti di uccelli e sentori di paradiso.
Ce n’è per chiunque, dall’house a basso ritmo condita da celestiali rimandi trance di “DFG (feat. Dr. Nishimura)” alle movenze deep in chiave psichedelica di “Chaosexotica”. O ancora il crescendo ritmico in odor di Brasile di “Gozmez Land”, la fantastica “I-Bizan (Build The Progressive Band)”, incredibile brano elettronico che fa l’occhiolino alle colonne sonore horror degli anni ’70 con un vertiginoso giro di basso, i synth minacciosi e l’apertura progressiva del ritmo.
“Natural Lifespan (Acid Orchestra mix)” è un gioiello di potenza e melodia perso tra il suono della chitarra e l’eco della bassline. Undici minuti in un sogno che sembrerà svelarvi dei panorami sui quali non avete mai volto lo sguardo.
Flatic e 5ive, questi i due artisti che si celano dietro il progetto COS/MES, sono portavoce di quella che dovrebbe essere l’intelligenza dei producers, quella di far tesoro di ogni spunto per poi tramandare ai posteri un nuovo linguaggio che mantenga continuità stilistica forgiandosi dal passato e rigenerandosi nel presente.
Gozmez Land *Chaosexotica è uno degli album più importanti prodotti in questo anno, una testimonianza sincera e tangibile del fatto che la musica, in qualche maniera, guarda sempre al futuro.