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Album Reviews /

Robert Owens Art

  • Label / Compost Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Nov 2010
  • Style /
  • Rating /
    10/101
Robert Owens - Art

Guardando indietro, ormai alla soglia dei 50 anni, Robert Owens può fermarsi ad ammirare una scia infuocata che racconta un ventennio di house music ai massimi livelli. Una carriera come la sua non può non esser descritta come una profetica rivelazione che man mano ha fornito essenziali indizi sul futuro di un suono che è per molti carne e sangue durante tutta una vita.
House music è appunto vivere, specialmente per lui, per un uomo che non ha mai smesso di riporre speranza, reinventandosi di continuo per mantenere accesa una fiamma che ha scaldato i cuori di una buona parte del pianeta.

Ma Robert Owens ama guardare sempre avanti, correndo letteralmente incontro alle nuove opportunità, se queste gli permettono di sviluppare ulteriormente la sua poetica soul. Ogni volta un esperienza diversa, che, pur mantenendo un origine classica ricevuta in dono al momento della creazione della Deep House, sperimenta nuove soluzioni che possano lanciare la sua voce verso indefinite, irraggiungibili galassie.
E non esageriamo se affermiamo che ogni volta è sempre come se fosse la prima. Non riesce a stancare, nonostante gli elementi per quanto ci si possa sforzare, siano sempre quelli dalla notte dei tempi.
Eppure è così, si incontrano artisti che dopo il quarto brano suonano vecchi e stantii, Owens no.

Vive in Europa da alcuni anni ormai, e senza timore si è lasciato sedurre da nuove forme comunicative che già tre anni or sono, in quel bagliore dolorante che è stato Night Time Stories, iniziarono a prepararci ad una nuova corrente espressiva pur sempre da leggere alla voce House.

Art è un capolavoro, una nuova monumentale fatica che vede luce in un doppio cd, sempre per la magica Compost Records, coadiuvato nella produzione da artisti del calibro di Larry Heard e Atjazz. Il primo, portavoce del suono deep delle origini, un classicismo voluto da Owens per fissare i punti cardine del disco lasciando poi margini di sperimentazione maggiori nei brani realizzati insieme ad Atjazz.
Brani intricati e bellissimi, nel primo incontro con il musicista inglese (Atjazz), denominato “One Love” è forte una base quasi balearica impreziosita dal vigoroso giro di basso e dai synth paradisiaci che praticamente annullano la presenza ritmica lasciando al ritornello vocale ed alla successiva poetica narrazione il compito di trasportarci fino all’ultimo battito.
Ed anche nella successiva “Hearts and Soul” l’elemento principe rimane il basso, un fare morbido ed elegante questa volta a braccio con percussioni e xilofono.
Dinamiche che impreziosiscono il lavoro vocale di Owens, che uscendo dai canonici beat house, si avventura in territori R’n’b e Soul, rigenerando la sua voce in una nuova sognante avventura.

Quando è invece la cassa a dettare il ritmo, tutto ritorna in una dimensione intima e notturna, in quei canovacci deep che hanno segnato un esistenza sempre devota. Larry Heard in questo senso è un fiume in piena, confeziona mirabili parabole house che chiedono alla voce di Owens di fare il minimo indispensabile per sostenere il ritmo.
Come sempre nella sua voce è palpabile una sorta di sacralità che rivela sentimento e passione, qualità che contraddistinguono un singer che in oltre venti anni non ha ceduto un solo colpo.
Art è un album complesso, una sofisticata costruzione che parla svariate lingue, chiamando in causa strumenti veri e vivi come chitarra,piano, organo, basso, batteria e percussioni che di volta in volta ci propongono un viaggio diverso che va da intelligenti costruzioni R’n’b a solide strutture House.

Di alcuni dischi si può fare a meno, Art è un dovere per tutti.

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