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Album Reviews /

Agoria Impermanence

  • Label / InFine' Music
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Feb 2011
  • Style / ,
  • Rating /
    9/101
impermanence

Il 2010 ha rappresentato per la InFiné un anno molto importante con la pubblicazione di cinque album e un mini-album di altissimo livello, tra i quali il debutto di Arandel, uno tra i preferiti dalla nostra redazione.

Il 2011 si apre con il nuovo album di Agoria, il terzo (quarto se consideriamo anche “Go Fast”) ed il primo ad essere pubblicato sulla sua etichetta, dopo il debutto nel 2009 con “Magnolia/Libellules” e “Grande Torino/For One Hour” del 2010.

 

Ed è proprio da questi due ep che comincia il percorso che porta ad “Impermanence”, un cammino fatto di esperimenti liberi da schemi e confini predefiniti. “Grande Torino”, uno struggente atto d’amore malinconico e romantico, è qui presente insieme a “Libellules”. 

Il terzo brano edito, “Speechless”, è stato pubblicato nel 2010 solo su vinile quale tributo a collezionisti ed appassionati. “Speechless” ospita la presenza di Carl Craig in qualità di ospite vocale (che si cimenta con un sussurato ambiguo) e si pone come uno dei punti di forza dell’album.

 

La stessa sensualità la ritroviamo in una intensa e ispirata interpretazione vocale di Seth Troxler, a cui va riconosciuto metà del merito della riuscita di “Souless Dreamer”: su una raffinata base ambient-techno la voce calda di Troxler si erge altissima e leggiadra. “Panta Rei” prosegue nella direzione tracciata da “Souless Dreamer”, ovvero un altro numero di ambient-techno elegante, solo più sostenuta.

 

“Kiss My Soul” (deliziosa apertura dell’album per soli pianoforte e violino) e il pop di “Heart Beating” sono i due episodi segnati dalla voce di Kid A, talentuosa scoperta di Agoria, certo, ma i cui tratti si avvicinano tuttavia in maniera eccessiva a quelli di Bjork.  Con “Under The River” prendono forma i contorni finali, due minuti celestiali di tromba che introducono “Libellules”, vertice lirico e sognante e degna conclusione dell’album.

 

“Impermanence” dovrebbe essere l’album della definitiva consacrazione del talento di Sébastien Devaud, un artista che ha scelto di portare avanti un discorso musicale elaborato che da un lato tiene un piede sul dancefloor ma dall’altro punta ad obiettivi ben più elevati, grazie ad uno slancio creativo ambizioso. Un autentico artista, dunque, dentro e fuori dal suo tempo il cui obiettivo sembra essere quello di creare musica riconducibile al contesto in cui è stata concepita ma nello stesso tempo ne prenda le distanze per approdare ad un livello superiore e ad una nuova forma di arte. Un orizzonte musicale che possa appartenere a tutti e al quale tutti possano attingere. Agoria dimostra, pertanto, di essere un artista eclettico con un background musicale raffinato ed eterogeneo che lo porta ad evitare e fuggire da molti dei cliché presenti nell’odierno panorama elettronico, un artista dalla concezione musicale dalle ampie vedute che guarda oltre.

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