Chiudiamo il cerchio intorno a Chicago parlando di Hakim Murphy, Dj e Producer della città del vento in lotta continua per la rinascita del verbo che ha reso immortale questo luogo. Hakim oltre ad essere un ottimo dj è il fondatore della Machine Dreams, label che ha preso a cuore la causa House facendone resuscitare il groove, tenendo ben presente che questo doveva far capo ad alcune fondamentali regole stilistiche che sono poi il tratto distintivo di questo suono.
Retrospective Computation è il suo secondo album che segue il debutto di “To Be Or Not To Be House!” del 2008. Per Hakim queste sono più delle raccolte di brani prodotti parallelamente alla sua attività di dj, il bello è invece che il formato album è proprio la derivazione perfetta per questa musica.
Chicago è tornata ad esser grande, senza mezzi termini, la città pullula di nuove leve pronte a far la guerra al mondo con battiti che oltre ogni estetica fanno emergere la caratteristica forse più importante: il sentimento.
Nella musica contenuta in questo cd c’è un senso d’appartenenza diretto, privo d’intermediari, una convivenza felice dove diventano indistinguibili persino le sfumature che un tempo viaggiavano in binari ben distinti. Parlo delle differenze che era usuale marcare tra Deep House ed Acid House per esempio. In questa nuova visione il suono è una pasta malleabile, frutto della ri-scrittura creativa degli elementi fondanti dell’house music.
Nove brani per un viaggio completo nel tempio, luoghi dove si continua a sperimentare, provando delle soluzioni in odor di space music che sembrano essere nuova linfa pronta a portar gioie a non finire. I brani di Retrospective Computation sono degli arcobaleni nei quali trovare ogni singolo colore ed ogni sua sfumatura, si và dalle figure deep di “Paradox” e “Bouncing” agli accenti futuristici di “Ugly Function”, brano incredibile e visionario. Poi ci sono delle strane forme acido/psichedeliche: “E-ffects2” su tutte poi “Randomless”.
Sul finale due provocatorie strette di mano, la prima con “Lounge Train” che sembra voler dare una sveglia alla garage house newyorkese, la seconda, proprio in chiusura con “Rehab Center”, qui la chiamata è per Detroit, un invito a non mollare.
Mentre Hakim si sta riorganizzando per riproporre su cd il lavoro potete averne traccia acquistandolo in digitale: http://machiningdreams.bandcamp.com/album/retrospective-computation