La Hymen Records continua a godere di buona salute, con un flusso continuo che ormai ha superato di gran lunga i dieci anni proponendoci sempre musica di qualità indiscutibile ed ospitando artisti seminali come Scorn, Lusine lcl, Architect, Orphx, Von Schirach, Richard Devine, Hecate, Hecq e molti molti altri.
Negli ultimi due anni qualche piccolo segnale di cedimento, qualche disco non proprio illuminante, ma direi che può starci tutto e comunque ogni cosa è opinabile. Ora questo ottimo ritorno in carreggiata, il nuovo disco di Jérôme Chassagnard, suo secondo per la Hymen che segue a distanza di tre anni il bellissimo “(F)light”. Il suo nome risulterà di per se sconosciuto, ma tirando in ballo gli Ab Ovo, formazione di cui è metà insieme a Régis Baillet forse vi tornerà qualche conto.
Il suo suono punta tutto sull’atmosfera, un viaggio che Jérôme affronta componendo ossessioni musicali che hanno un piglio trainante e di incredibile forza che ci fa rievocare le traversate cosmiche dei pionieri tedeschi. La sua musica è infatti maestosa e si presenta con delle stesure dove i sintetizzatori ricoprono un ampio spettro che avanza prepotente come magma.
Nonostante questa preponderanza per le arie melodiche, l’artista si dedica con cura certosina al sottobosco dei suoi brani, sperimentando di continuo soluzioni ritmico/ornamentali che aggiungono sostanza e valore presentandoci un prodotto che non ci fa correre il rischio di definirlo derivativo.
Che poi tutto sia già stato scritto, eseguito, proposto è materia per chi non è più capace di viaggiare. Per noi l’importante è trovare una serie di elementi che combinati insieme riescano a generare emozioni, e questo è proprio quello che riesce alla perfezione a quest’album.
Un disco che continua quel silenzioso cammino che ha reso grande la Hymen Records facendosi apprezzare per la semplicità con cui Chassagnard ha saputo gestire temi difficili e delicati.