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Album Reviews /

Chaim Alive

  • Label / BPitch Control
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Feb 2011
  • Style / ,
  • Rating /
    7/101
chaim

Chaim rappresenta un oggetto misterioso all’interno della grande famiglia BPitch Control: un produttore dalle notevoli potenzialità, dotato di capacità e abilità compositive non indifferenti ma privo di un suono che lo contraddistingua, un suono che lo renda riconoscibile. I brani prodotti fino a questo punto del suo percorso musicale sono piacevoli e ben costruiti, il suono curato, ma in alcuni casi non incisivi, segno che il suo potenziale creativo non è stato ancora espresso in maniera definitiva.

“Alive”, il suo album di debutto, rispecchia in parte questo discorso: un lavoro che scorre piacevole, formato da dodici tracce complessivamente riuscite che puntano sul formato canzone: al solito curate, spesso raffinate, che tuttavia affondano solamente nella seconda parte dell’album. Un buon album nella sua prima metà, che sembra crescere durante l’ascolto e raggiungere i risultati migliori nella seconda metà.

“Rain” è il primo brano che incontriamo ed è subito uno dei migliori: intro sognante che crea l’atmosfera dell’album e prepara l’entrata della cassa che non scalfisce la magia precedentemente sviluppata.
“Runaway Frequencies” è il secondo brano di spessore che incontriamo, una melodia malinconica con influenze baleariche che seduce al primo ascolto.
Le sensuali atmosfere deep house di “Alive” introducono la parte conclusiva dell’album il cui crescendo finale sfiora livelli di eccellenza.
Curioso l’inizio di “Who Said What”, in cui compare la stravagante sovrapposizione tra una voce femminile che dona la propria interpretazione del concetto di amore e una voce maschile che la traduce simultaneamente in italiano (?) prima di lasciare spazio ad intense sonorità electro-house.
La leggiadria e la leggerezza di “Naturalness” prosegue nell’ipnosi delle malinconiche atmosfere ‘daftpunkiane’ (periodo ‘Discovery’) di “Popsky” e nella splendida tessitura finale di “People Can Talk”.

Il rammarico è che le vette raggiunte nel finale non rappresentino la costante dell’intero album: prova che Chaim deve ancora lavorare per esprimere tutto il suo potenziale e raggiungere i risultati che merita.

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