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Album Reviews /

Rick Wilhite Analog Aquarium

  • Label / Still Music
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Aprile 2011
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Rick Wilhite - Analog Aquarium

“This album is dedicated to my Mother who was my rock of Life and the soul of my heart”.
La verità è sempre stata a Detroit, inutile perder tempo a farvi convincere da chi professa il falso.

Rick Wilhite lo sa da tempo ed ancora prima di esso ha cominciato a dispensare suono nella città, con il suo negozio di dischi che è poi diventato una fucina creativa e crocevia d’artisti che hanno condotto il verbo house nelle rivoluzionarie pieghe techno dell’unico posto al mondo dove la musica suona ancora come una lotta sociale e politica.

Analog Aquarium è il suo album di debutto che segue di pochi mesi quella bellissima raccolta che è stata “Vibes New & Rare Music” ed è un album complesso, sentito, artigianale, sporco. Come l’house deve essere, come Detroit sa di essere.
C’è dentro l’esperienza e la narrazione di una vita intera, e per questo, sicuramente, non vi suonerà limpido e scorrevole ai primi ascolti. Perché il modo in cui vengono composti i brani risente o meglio, riflette, momenti di vita vissuta ed un senso d’appartenenza di chi vorrebbe dire tutto subito.

Il primo brano “Blame it On the Boogie” è forse un po’ fuorviante in questo senso, ma leggere i nomi di Theo Parrish, Osunlade e Billy Love tra i featuring è la risposta che ci serve per interpretare il brano forse più derivativo dell’album.

Dopo le cose diventano più difficili, personali, il ritmo si dilata nel tempo e lo spazio assume importanza nella sua estensione infinita. Misure adatte a pensare, misure nelle quali Wilhite riversa la tradizione soul e jazz del Michigan, inventandosi una serie di stesure cosmiche come la stupenda “Muzic Gonna Save The World Pt. 1”, un freeform dove battito, voce e riverberi celestiali si susseguono nella rincorsa del paradiso.

La materia d’indagine è vastissima e Wilhite ne dosa benissimo le parti, rivolgendosi a vari aspetti del suo vissuto in maniera sempre rigorosa e con un piglio sperimentale che non molla in alcun brano. Persino nelle cose più funky “City Bar Dancing (Basement Mix)” l’uomo non concede mai completamente la stesura a soluzioni di facile auspicio facendo diventare il tutto un corpo violento, punteggiato da quella funkytudine tipica del suono Detroitiano ma allo stesso tempo oscura e personale.

Analog Aquarium è un album pieno di gemme e numeri nascosti, attenzione però, ha bisogno ascolti, numerosi, attenti, perché dove il corpo è ricco il ricercatore deve essere scrupoloso ed attento.
Quando poi sarete completamente immersi nel mood e nei segreti che Wilhite ha ritenuto opportuno rivelarci sarà difficile rimuovere questo strano, fantastico oggetto.

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