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Album Reviews /

Zwischenwelt Paranormale Aktivitat

  • Label / Rephlex
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / Aprile 2011
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
Zwischenwelt - Paranormale Aktivitat

Per Gerald Donald ogni giorno è una nuova vita, un nuovo progetto pronto ad ospitare le sue idee che come sappiamo bene sono distanti mille miglia da ogni cosa terrena. Speriamo non ci sia bisogno di tornar ad elencare il passato di questo scienziato che torna ora sotto Heinrich Mueller sembianze ed in compagnia di 3 musiciste in questo progetto dal titolo Zwischenwelt.

Siamo in territorio Rephlex records, quindi libertà pressoché assoluta, siamo in una dimensione parallela descritta come al solito in maniera accuratissima grazie ad un suono che ormai esula dall’esser accostato a qualcosa che non sia lui e lui soltanto.
Parliamo di musica electro creata mediante sintesi mentale ed approccio minimalista, che sfrutta alcune linee essenziali per salvaguardare un’integrità stilistica esploratrice. Esplorare con pochissimi mezzi, i propri mezzi. Sembra essere questa la direzione della musica proposta dallo sperimentatore senza Dio e senza patria per eccellenza.

Paranormale Aktivitat non è un disco per tutti, se mai qualche sua creazione lo sia mai stata, e solidifica ulteriormente quelle barriere isolazioniste che l’uomo ha cominciato a creare già dagli ultimi lavori come Dopplereffekt (Calabi Yau Space ndr) e Zerkalo. Anche in questo album è stata mantenuta una certa restrizione temporale sui brani che esprimono ogni concetto nell’arco di 3 o 4 minuti ad eccezione di “Materialization” che arriva a 5.

Le strutture rispettano quel fare geometrico ed introspettivo qui arricchito dai suoni e dalle scheletriche voci di compagne di viaggio come Penelope Martin, Susana Correja e Beta Evers, letture a voce bassa, appena intonate, parole a segnare il tempo nelle infinite gesta musicali, il tutto in una forma “soundtrack” da noir fantascientifico che è il risultato di anni di manipolazioni sonore e studio tanto degli hardware quanto dei software per poter assumere una padronanza ed un’accurato range di suoni che ormai definiscono l’universo donaldiano.

Poi c’è qualcosa di nuovo e si chiama “Telemetric”, una struttura ritmica regolare in 4/4 punteggiata da un’ossessivo suono di sottofondo, da un vocal stranamente caldo e da una lenta melodia di piano.
Cosa vorrà dire è affare più grande di noi.

Se non avete mai avuto a che fare con la sua musica crediamo sia ora di tentare l’esperienza.

Se siete dei veterani delle sue esplorazioni sarà un nuovo, malinconico e sorprendente viaggio.

Se non appartenete alle prime due categorie, passate oltre.

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