“An Alignment Of Multiple Trax In The Same Gravitational System”
Guardare con speranza all’ignoto, ritagliarsi quei momenti di solitudine che sanno essere il massimo della libertà, farlo ascoltando musica altrettanto libera ed ispiratrice, farlo al buio della propria casa, lasciando che sia il suono ad aprire un varco di luce verso un mondo parallelo. Ce lo hanno insegnato in molti, a partire da Sun Ra fino ad arrivare nella Detroit operaia dei primi anni novanta. Un tentativo d’evasione personale, il più profondo che possa esistere, perché nei luoghi dove arriva la mente non ha mai piantato bandiera nessuno.
Vi siete mai chiesti cos’è veramente la techno?
Guardando bene tra le mie certezze posso dirvi che se mai vi siete trovati a radunar pensieri mirando il cielo di notte, per poi avere la sensazione che questi si dissolvano inseguendo un’indefinibile utopistico ottimismo, probabilmente la colonna sonora di quel momento è la risposta che stavate cercando.
Levitare nello stesso sistema gravitazionale. Questo ci accomuna, e questo devono aver pensato alla Eclipsemusic, non da Detroit ma da Torino, se mai qualcuno non avesse ancora ben chiaro che in Italia ci sono musicisti ed addetti ai lavori che stanno operando con una competenza ed una quantità d’idee che ora và guardata con rispetto ed ammirazione.
Un’idea che nella sua semplicità sta rischiando spesso d’esser messa da parte, quella di radunare insieme dei brani che abbiano la capacità di far compiere un viaggio verso l’ignoto all’ascoltatore, senza circoscriverne troppo la cifra stilistica, bensì seguendo soltanto quel senso di astrazione che sembra essere l’unico comune denominatore.
Così ci troviamo a seguire l’acquerello a tinte solari della fantastica apertura di Edanticonf che lascia defluire le sue magiche tastiere in un lungo, paradisiaco corridoio pronto a farci decollare verso lo spazio, seguito a ruota dalla techno sci-fi di passEnger, un altro che ha capito tutto e che ci consegna le chiavi del paradiso grazie alle sue melodie malinconiche ed alle ritmiche future-jazz a farci tremare lo stomaco.
Iori alza il tiro con quello che sembra il suono di una chitarra elettrica mandato in loop che cavalca un infinito drone sotterraneo tracciando una nuova via ipnotica di grandissimo pregio.
Decoside entra nei sotterranei della mente con il suo oscuro suono dub perso tra memorie oswaldiane ed estetica ritmica spettrale, fornendo una visione decostruita e stratificata del verbo techno che poi si riappropria della melodia nella successiva “Tangerine Dream”, firmata da Eclipse Soul e remixata da xluve, un esempio di ambient techno scritta talmente bene da farci dimenticare il passato per godere appieno di questa verve tutta italiana che non può non far sperare il meglio.
Il ritmo regolare arriva a metà della raccolta, con Rob.Bardini che lascia partire un brano techno graffiante con una giusta contrapposizione di elementi melodici ed inserti più ruvidi, sta poi di nuovo ad Edanticonf affondare in questa direzione con un gran tiro techno caratterizzato dalla melodia organica in crescendo e dalla batteria elettronica in chiave angelica.
passEnger nello spazio aperto, i suoni a lambire l’infinito, una nuova magia ambient che fatica ad avere coordinate e che forse avrei messo in scaletta dopo i brani dub techno di Iori e Decoside ad anticipare il saluto firmato Rob.Bardini che con le sue note di piano ci fa rientrare da un’incredibile esperienza sonora dove il talento, la passione e la voglia di evasione ci hanno consegnato una rete di input comunicanti che vedono nella techno il proprio nucleo.
Il disco viene stampato in 250 copie numerate che la ragione vorrebbe già esaurite, ma si sa, viviamo in un porco mondo.