Soltanto 2 anni fa ci introduceva all’inferno con il corrosivo “L’Autopsie Phénoménale De Dieu”, tutt’ora uno dei dischi più obliqui ed oscuri in mio possesso, ora Pipjin Caudron torna per descriverci il suo tempo a contatto con il demonio in un superbo secondo album dal titolo “Grimoire”.
Siamo sempre su Miasmah records, ormai un’istituzione in campo ambient/classical, e questa volta la forma di Kreng si fa discorsiva, con un ampio spazio dedicato alla melodia ricorrendo con maggior assiduità all’utilizzo del piano, generando suoni anche dal battito sulle corde stesse del pianoforte.
Composizioni che flirtano con l’elettronica in maniera sublime, regalandoci un flashback incredibile non appena entrano in gioco gli archi in un brano come “Oppkropper”, chiarissimo l’omaggio all’Ennio Morricone della Piovra, qui esaltato e spedito in un dramma intenso che tocca le vette più acute con l’ingresso di un vocale femminile che raggiunge improbabili profondità.
Largo uso degli strumenti quindi che con il passare dei minuti vede l’aggiunta di fiati e percussioni sempre decostruiti ed impiegati in ardite costruzioni che tengono viva un’identità malvagia ed oscura.
La musica di Kreng cammina sempre su quel filo che delimita la vita terrena dall’aldilà, regalandoci una presa incredibile che non ci permette distrazioni. Musica che possiamo tranquillamente definire ambient, con una chiara inclinazione drammatica ed una propensione ad essere libera come il Jazz, genere avvicinato dal disco in più punti, arrivando a stimolare la mente in direzioni non perseguibili altrimenti.
Non c’è molto altro d’aggiungere se non che questo album è di una bellezza sconvolgente.
Se potete, affacciatevi ai suoi orizzonti.