Slow+Love, ovvero Slove, fresca rivelazione francese fondata dal chitarrista svedese Leo Hellden e dal produttore francese Julien Barthe, che riesce a proseguire alcuni degli esperimenti più brillanti del ‘crossover’ tra indie-pop e dance dei primi anni novanta, riprendendo il discorso lì dove era stato interrotto e attualizzandolo in un contesto contemporaneo con robuste iniezioni electro.
Si va dalle influenze dichiarate di gruppi come Slowdive, Stone Roses e My Bloody Valentine (nonostante citarli rappresenti sempre un rischio pericoloso, oltre che un ingombrante termine di paragone) sino ad alcune affinità con etichette quali Ed Banger, Kitsuné e Gomma.
“Le Danse”, brano d’apertura, è piuttosto indicativo del suono del progetto francese, indie-pop trasversale che incrocia taglienti chitarre shoegaze sostenute da un pulsante basso funk, caratteristica ricorrente nel prosieguo dell’album.
A seguire, “Do We Need?”, già singolo prescelto per anticipare l’album, ospita Olivier Rocabois, leader dei transalpini All If, che si destreggia tra marcate linee di basso e synth psichedelici.
Nell’alternanza di voci, un posto a parte lo merita sicuramente Sarah Krebs, che riveste un ruolo di primo piano nella parte centrale dell’album prestando il suo prezioso contributo in tre dei migliori brani: nella graffiante “Flash”, nell’interessante esperimento dai toni ‘abrasivi’ “Noisy Neige” e nell’elegiaca “Dmgm”.
Altri spunti pregevoli sono la malinconica “My Pop”, dall’accostamento riuscito di echi e archi, che riveste un fascino tutto suo, così come l’eccentrica “Find Out”.
Considerando che si tratta di un album di debutto dall’approccio particolare, che pur attingendo dal passato spinge in qualche modo lo sguardo in avanti, come inizio è indubbiamente promettente ma attendiamo ulteriori sviluppi.