Sembrava incredibile venissero dal nulla. La riservatezza con la quale infatti vengono presentati lascia un alone di sospetto, perchè dopo aver ascoltato questo album, chiunque avrebbe esitato nel credere ad un esordio. Così non è, infatti. Dreaming In Earth, Dissolving In Light viene registrato nel 2006 in Ontario, Canada e rimane per 5 lunghi anni a maturare sotto le gelide temperature del Nord America, fino ad oggi, quando per mano della Ant-Zen records (una delle più longeve etichette industrial/noise tedesche) i ghiacci hanno cominciato a sciogliersi, rivelando tutta la potenza ipnotica di questo progetto che prende il nome di Oureboros. Dietro le quinte due malvage conoscenze come Rich Oddie e Tnon, due dei membri fondatori degli Orphx. Il primo tutt’ora in batteria insieme a Christina Sealey (il terzo membro Orphx sin dalle origini), mentre il secondo da anni impegnato in un altro progetto sperimentale dal nome Tropism.
In questo disco sono presenti invece elementi che partendo da quella base apocalittica che è stato il suono dei primi Orphx già lasciava intravedere un mutamento stilistico verso atmosfere più dense e decisamente meno astratte. Il tutto viene gestito attraverso una simbiosi perfetta tra elementi acustici ed elettronici, processando il suono di chitarra, violino e percussioni e mettendo continuamente mano a quell’armamentario di synth configurati per sputar fuori soltanto veleni.
I brani seguono tutti un percorso profondo, attraversato dall’elettricità e dalla ridondanza delle corde della chitarra che echeggiano il loro spettro sonoro dentro pareti invisibili che sembrano riflettere ogni suono per creare di fatto un’esperienza psichedelica che è quasi uno stato di trance (Circle of Dust).
L’evoluzione è lenta e a suo modo spirituale, un crescendo di drones, accordi e ronzii che non mancano mai di mostrarsi aperti alla melodia, come nel caso di “Dissolving in Light”.
“Double Mercury” ben nascosti nel sottosuolo cela ritmi ossessivi dalla timbrica technoide, ma talmente distanti dalla superficie da esser recepiti come carezze.
Dopo qualche ascolto tutto vi si amplificherà in maniera totale, rivelando una visione d’insieme coesa, densa e carica di creatività. Un album profondo e forte di un vissuto sperimentale ampiamente riscontrabile, ma allo stesso tempo molto più vicino all’uomo di quanto di possa pensare.