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Album Reviews /

Chris Watson El Tren Fantasma

  • Label / Touch
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 11/2011
  • Style /
  • Rating /
    10/101
Chris Watson - El Tren Fantasma

Una storia ambientata lungo i binari che collegano Los Mochis (piccola cittadina portuale che affaccia sull’Oceano Pacifico nel nord del Messico) a Veracruz (pari caratteristiche ma sul lato opposto dello stato, Oceano Atlantico), sono circa 1800 chilometri di binari serviti dai primi del ‘900 dalla FNM (Ferrocarriles Nacionales de México) ed ora praticamente in disuso, un tragitto che spacca nel mezzo il Messico, raccontando storie di povertà, sofferenza, emarginazione e quindi di fatto un amplificatore della quotidiana lotta di una nazione per cercare di sopravvivere ed evolversi.

A raccogliere i tremori di questo tragitto, il commovente lavoro di Chris Watson, artista che dopo aver praticamente sondato ogni forma di suono e contribuito al capitolo zero dei Cabaret Voltaire ha deciso di dedicare la sua vita a raccogliere i suoni generati dalla civiltà e dalla natura e che manca ormai con un lavoro solista su Touch dal lontano 2003, quando con Weather Report mise insieme tre lunghissimi brani con materiali raccolti in Kenia, Scozia ed Irlanda.

“El Tren Fantasma” è appunto uno spettro che torna per farci assaporare per una volta ancora un vissuto intenso e forse mai raccontato in questa maniera, attraverso registrazioni ambientali messe insieme con la sensibilità di un fotografo. Suoni che si materializzano in visione. Ascoltare questo disco ad occhi chiusi è forse il modo migliore  per immedesimarsi in questo racconto tanto reale da far male.

Tutto ha inizio con “La Anunciante”, un megafono che annuncia l’ultima chiamata per il Tren Fantasma subito prima di chiudere le porte ed iniziare una traversata nei luoghi e nel tempo, totalmente rapiti dalla cura con la quale questi suoni sono stati registrati e soprattutto dall’approfondita selezione effettuata per far in modo che ogni singolo attimo catturato risulti come una sorta di oggetto vintage appena spolverato ed illuminato, per la sola durata del viaggio, da nuova vita. Durante il viaggio, il Tren Fantasma attraversa deserti, piccole comunità rurali, montagne e foreste, disegnando con calda precisione ogni scenario nei minimi particolari. La sensazione sarà proprio quella di ascoltare la colonna sonora per un film muto dei primi anni del ‘900. E forse una relazione in qualche maniera esiste anche, cercando bene in rete infatti spuntano undici minuti di riprese intitolate appunto “El Tren Fantasma” datate 1927 ma mai mensionate nelle info del disco, che invece ci tiene a metter per iscritto un “Inspired by Pierre Schaffer” uno dei padri assoluti della Musique Concrète.

Ripercorrerete questa tratta sudicia ed insanguinata sentendone addosso il respiro profondo e sospirando insieme ad essa, immaginandone i colori, gli odori e le sensazioni grazie al lavoro di un genio che ci regala un capolavoro imprescindibile di realismo sonoro.

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