Quando è apparsa per la prima volta la sigla Voices From The Lake non abbiamo potuto far altro che sederci ed ascoltare quel muro di onde che pian piano si avvicinavano compatte e decise, un vigore a suo modo silenzioso che aveva nell’immaginario la sua arma di seduzione. Uno scorcio di musica che metteva a nudo i rumori della notte esaltandone le sfumature ed amplificandone le vibrazioni, rendendole così vicine all’esser reali da poterle quasi toccare con mano.
Un progetto ambizioso, pensato, definito e reso materia dalle menti di Donato Dozzy e Neel, amici nella vita e partner produttivi in questo nuovo meccanismo elettronico lontano dalle seduzioni del music business. Un progetto che non poteva non diventare qualcosa di più corposo ed importante, vista la confidenza che la loro musica sembrava avere con le lunghe distanze e con un espressione più completa e descrittiva come quella dell’album.
I lavori sono quindi proseguiti in una serie di session che in un primo momento erano volte alla scrittura del loro primo live ufficiale, un’apparizione nell’ormai mitologico Labyrinth Festival in Giappone. Da lì la trasposizione finale, quella che ora ci troviamo davanti espressa in undici brani pubblicati di nuovo dalla Prologue Records e che prendono il nome proprio di Voices From The Lake.
Tutto ha inizio dall’acqua, un incontaminato flusso che sembra suggerire alla mente di liberarsi di ogni pensiero per far spazio a questa nuova esperienza sonora, pochi determinanti secondi che anticipano le scansioni ritmiche ed un boomerang elettrico che compie controllate evoluzioni partendo dal basso per poi impadronirsi dell’aria tagliandola a suo piacimento. Dopo qualche minuto è già chiara la virata rispetto al primo disco, che con il senno di poi andremo ad identificare, per forma, contenuti e timbriche come qualcosa di totalmente diverso dall’estetica di questa nuova esperienza. Ora le varie fonti sonore sono maggiormente distinguibili, la sensazione è proprio quella di un esecuzione nella quale ogni componente ha sia vita propria che un ruolo fondamentale nell’insieme.
A trasparire è anche un altro contrasto incredibilmente funzionale, quello tra la naturalezza dell’onda creata dall’album, dal suo arco morbido e sinuoso che attraversa intro, corpo ed outro e la sensazione che dietro questo cosmo operino due menti scientifiche e calcolatrici che hanno sofferto le pene dell’inferno per regalarci questo spettacolo techno totalitario.
Si, perchè di techno parliamo, pochi fronzoli. Voices From The Lake è un opera techno imbevuta nei suoni d’ambiente, un corpo oscuro, profondo e lineare arricchito da squarci, sensazioni, piccole magie, dai rumori della natura e dalla visione. Una storia che parla attraverso il ritmo, un ritmo che riscopre il piacere delle percussioni, di battiti tribali che sembra vogliano farci riconciliare con la terra, con quella primitiva forma di comunicazione che è sempre stata la musica. In questo senso è palese la vicinanza dei due ad un altro illuminato della scena italiana, quel Nuel che neanche qualche mese fa ci ha regalato un gioiello di ancestrale bellezza come Trance Mutation.
Qui però siamo in una zona mistica, quasi sacrale, dove i silenzi ed i vuoti sembrano essere antri nei quali rimbombano e risplendono le vibes dell’intero lavoro. Tocca corde profonde il basso di “S.T.”, esce dal nulla e sembra strapparti via l’anima, è un momento così intenso e fondante che era già stato offerto in precedenza alla compilation “Composure”, una raccolta di brani servita a raccogliere fondi per le vittime del recente terremoto in Giappone.
Per tutto il corpo centrale le percussioni giocano un ruolo fondamentale scandendo i battiti per accendere focolai di antiche danze, mentre tutto intorno si compone un dionisiaco affresco di versi animali, battiti d’ali, maracas elettriche e lussuriosi tappeti nebulizzati. La techno indotta alla trance, la mente ed i corpi indotti alla trance. Piedi scalzi sul terreno e psiche in viaggio verso l’ignoto.
L’avrete capito, questo non è un disco da prender sotto gamba per un ascolto veloce nel vostro iPod. Questa è musica che richiede dedizione ed isolamento, è musica che vi chiede del tempo. Pretenziosa, si, ma al contempo generosa, saprà rivelarvi segreti, farvi volare con la mente e sentire parte di qualcosa di intimo e riservato.
PRGCD001 – Voices from the Lake feat. Donato Dozzy and Neel by Prologue