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Album Reviews /

Various Trevor Jackson Presents Metal Dance

  • Label / Strut
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 03/2012
  • Style /
  • Rating /
    8/101
Metal Dance

Trevor Jackson ha sempre rappresentato un fiore all’occhiello della scena dance, in qualche maniera lo si può persino definire un outsider. Una carriera la sua che parte innanzitutto dalla passione per il design che negli anni lo ha visto partecipe in prima persona (attraverso la sua agenzia) nella creazione di grafiche ad uso e consumo della musica. Poi altre due colonne importantissime: la produzione ed il djing. Tutte fasi della sua vita che hanno comunque avuto come comune denominatore la passione. Una passione che con il senno di poi possiamo definire sincera.

Trevor Jackson si è sempre mosso nella musica seguendo un ideale che è stato quello di trovare un costante filo conduttore con un certo passato vicino tanto alla disco quanto al post punk ed all’industrial. Un percorso che abbiamo potuto controprovare in alcuni dei suoi più acuti dj set e nella filiera produttiva della output records, etichetta gestita dall’uomo ed ormai defunta da diversi anni.

Negli ultimi anni ha staccato un po la spina, forse per poter riordinare le idee dopo gli eccessi di un periodo per lui di piena che lo ha portato anche ad operare alcune scelte molto discutibili sulla sua etichetta, forse anche per questo accantonata in attesa di tempi migliori. Ora però eccolo tornare (sono recenti anche alcune sue apparizioni in dj set che lasciano ben sperare, su tutte la fantastica prestazione alla festa per i quarant’anni di Traxx) con questa raccolta commissionata dalla Strut Records (label specializzata in ripescaggi che difficilmente sbagliano il colpo) e focalizzata su quello che è un periodo lungo tutti gli ’80 legato a sonorità metalliche che spesso e volentieri hanno poggiato piede sul dancefloor. Un periodo ad hoc per un collezionista del calibro di Trevor, che, specialmente nel formato doppio CD riesce a chiudere un cerchio di fuoco che comprende classici, perle sconosciute, azzardi e colpi di classe.

Non si risparmia, variando anche di molto quello che molti potrebbero immaginare come un asse ben definito, soprattutto leggendo il titolo, ma qui ad esser messe in gioco sono numerose varianti che vanno dal post-punt all’EBM fino ad arrivare al synth pop e ad alcuni ibridi molto a portata di dancefloor. Potrete trovare esempio dallo splendido brano dei 400 Blows dal titolo “pressure 1984
”, un perfetto esempio di electrofunk di frontiera ormai votato a movenze metalliche anziché plastiche e con l’uso della voce che già corre incontro alle future incarnazioni EBM.

Presenti ovviamente alcuni nomi noti del periodo, artisti come Nirzer Ebb, Cabaret Voltaire, DAF, Yello o Einsturzende Neubauten, selezionati senza cadere troppo nell’ovvio e poi ancora tante altre gemme come la terrificante “Under The Thunder (Ignore The Dub)” firmata Alien Sex Fiend , il super Dub sugli Hard Corps, il take alieno su Jah Wobble o il grande edit su Carpenter…

Parliamo di una compilation, nulla di nuovo, ma un modo per entrare dentro certe dinamiche ’80 finora salvaguardate da mode indecenti,  perdipiù facendolo attraverso la memoria di uno degli ultimi cultori di razza.

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