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Album Reviews /

Claro Intelecto Reform Club

  • Label / Delsin Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 04/2012
  • Style / ,
  • Rating /
    9/101
Claro Intelecto - Second Blood

C’è chi è pronto a scommettere che un brano come “Peace Of Mind” può “uscirti” una ed una volta soltanto nella vita. Probabilmente è cosi, tale la perfezione, la grazia e la potenza espressiva di quell’assoluto capolavoro già classico ancor prima d’esser pubblicato.
Ma sarebbe quantomeno inopportuno circoscrivere il sound di Claro Intelecto a quella che tra l’altro è stata una delle prime meraviglie messe al mondo dall’uomo.

La verità è che sono seguiti anni di musica, tempo servito a rivelarci anche il suo lato più nascosto se vogliamo, o almeno quello che nel primo album Neurofibro era più difficilmente intuibile. Il suo amore per il suono dub.
Una passione poi largamente esplorata durante questi anni, senza però mai tralasciare quella vera più marcatamente techno anche qui approfondita ed elaborata a lungo.
Abbiamo avuto poi due album ottimi, Metanarrative e Warehouse Session. Il primo, immerso fino al collo nel dub, in brani che in taluni casi hanno anche esagerato nell’esposizione dello stile. Il secondo una raccolta di precedenti Ep dove la sua musica ha assunto un carattere più battagliero, vere armi di distruzione da dancefloor confezionate a regola d’arte.

Tre lungometraggi che inquadrano dunque l’estetica del mancuniano Mark Stewart, una storia che parte dall’electro e dall’ambient. Dalle composizioni classiche per piano fino ad arrivare alla techno, amore immenso per il quale Mark ha perso la testa e da cui si è bagnato totalmente per sentirne addosso ogni vibrazione o sussulto.

E’ seguito poi un lungo silenzio, quasi tre anni, non conosciamo i motivi, ma questo silenzio è stato fondamentale per capire cosa veramente avremmo voluto da un futuro disco di Claro Intelecto. Mancava qualcosa che facesse da ponte tra le conturbanti architetture del primo Neurofibro e la maturata consapevolezza dance delle Warehouse Sessions. Un punto d’incontro che ci facesse provare di nuovo quei “vecchi” brividi melodici ai quali ci aveva introdotti uniti magari alla forza della sua techno.

Nei primi mesi del 2012 è arrivato in soccorso un dodici pollici meraviglioso come “Second Blood Ep”, un disco che ci ha visti tremare, perchè anche se ancora votato alla dimensione dub, ha rimesso in gioco una serie di sospensioni cosmiche e bagliori soul da lasciarci tramortiti. Tre brani illuminanti che hanno risvegliato ogni papilla gustativa.
Su tutti il secondo solco, “Heart”, un impianto dub sul quale il piano, il basso ed i synth disegnano una musica fuori da ogni orbita.

Un segnale forte, che ha anticipato di pochissimo la notizia del nuovo album. Questa volta per la Delsin, l’attuale madre di tutta la techno, il terzo importante cambio di rotta per l’artista, nato sotto la protezione della scomparsa Ai Records, poi unitosi alla concittadina Modern Love per un periodo molto lungo e prolifico ed ora approdato nello splendente fiore olandese.

Reform Club fa il pieno, è un disco di nuovo complesso, bello, da ascoltare, da ballare. Tutto.

Inizierei dalla nuova magia, “Still Here”, sette minuti e diciotto secondi di incontaminata bellezza, un brano che corre indietro negli anni, sembra andar a cercare l’amata “Peace Of Mind”, la chiama, ed il suo è uno straziato grido di dolore, perchè il passato non torna, e Claro Intelecto sembra guardare soltanto in avanti, con il sentito rispetto di chi ha imparato la lezione ma ha ancora voglia di osare, un brano che in qualche modo è anche manifesto del suo pensiero, e che oltre ogni parola è un capolavoro.

Un album che apre con un brano come “Reformed”, un brano techno che segna il ritorno ad un certo groove che ci fa capire il perchè della Delsin Records. Un velo di dub, la cassa potentissima ed i ricami groovistici in odor di old school. Il battito ancora lento, da ripartenza.
Non stupisce trovarsi di fronte tale fattura, una lavorazione sudata, centrata sul dettaglio. Poi una furia cieca, “Blind Side” con il suo corpo “animale”, corrotto dalla sporcizia del noise/dub un martello per nebbie da dancefloor.

“It’s Getting Late” segue “Still Here” e si fa spazio con una sospensione epica di synth che dopo una manciata di secondi sono pronti ad ospitare la psichedelia del ritmo, una rotonda forza trance che avvolge tutto il corpo elevandolo e facendolo ballare sospeso nel cielo.

Arrivati al quinto brano tutto o quasi è gia stato rivelato. Abbiamo la Techno feroce, abbiamo alcuni rimandi Electro, abbiamo il Soulness di detroitiana appartenenza, c’è la poesia dell’ambient e la pacatezza del dub. Reform Club è in tutto e per tutto il nuovo volto di Claro Intelecto.

“Scriptease” è uno strano fungo techno con ingranaggi metallici e plastici che strabordano dal corpo centrale, magico quando entra il suono dell’organo a sovrastare il tutto. “Control” torna su quel sofferto groove old school in un intreccio ritmico al quale è impossibile resistere, poi arriva “Second Blood” preso proprio da quell’Ep che aveva anticipato l’album.

Il finale è per un brano deep techno come “Night Of The Maniac”, un lungo tuttel oscuro dove nel finale intervengono corde di chitarra ed arpeggi di basso, poi la chiusura ambient con “Quiet Life”, che riprende la melodia del singolo “Heart” spogliandola del ritmo ed elaborandola nella stesura.

Ecco come dev’essere pensato e prodotto un album, prestando attenzione ad ogni fase, concetti come intro/corpo/outro troppo spesso dimenticati da improvvisati musicisti, un concept che deve inevitabilmente essere quello che si ha dentro, quello che si ha da dire, non un insieme di brani fino ad arrivare a dieci.

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