New York
Chicago
Detroit
Den Haag
Album Reviews /

V 13th District

  • Label / Nuearth Kitchen
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 03/2012
  • Style / ,
  • Rating /
    9/101
13th District

L’ucraino Mikhaylo Vityk, produttore conosciuto ai più con lo pseudonimo Vakula è ormai da diversi anni al centro della questione deep house grazie ad una corpulenta produzione dal groove patinato che ha provato con insistenza la strada del soul per avvicinarsi all’aura compositiva di gente come Moodyman o Theo Parrish.

Nonostante il movimento europeo sia sostanzialmente diverso dall’ottica produttiva degli artisti afroamericani, Vakula è riuscito a maturare un’estetica personale vicina alle grazie della Motorcity, e finalmente è riuscito a riversarla in formato album grazie a questo nuovo straordinario progetto nel quale si fa chiamare semplicemente V. Ad interessarsi è la Nuearth Kitchen, label fondata nel 2010 e che con questo secondo album comincia a metter a nudo un profilo veramente interessante.
Il primo lavoro pubblicato infatti è il gioiello di Jon McMillion, un omonimo album ricco di connessioni tra i generi oltre che un fantastico esperimento techno/house pieno di coraggio. Ora è la volta di V con questo 13th District, album diviso in tredici movimenti “untitled” nei quali il producer ucraino libera tutta la fantasia in una grandissima esposizione di house music infetta. E’ l’assenza di linearità la vera arma vincente dell’album, ed ora, sono propenso a pensare, l’obiettivo della Nuearth Kitchen. Infatti la musica proposta, come per il primo album di Jon McMillion è una sorta di sperimentazione sul genere portante (in questo caso l’house music). V riesce a proporre un suono innovativo combinando libertà, passione e conoscenza. E’ commovente nel brano d’apertura con quel misto di jazz e soul a mandarci subito in orbita tra colpi di batteria, tromba e voci caute. Prosegue poi, continuando tra stramberie strumentali degne del miglior hip hop continuando ad includere grandi “solo” si synth spaziali e voci effettate. Ad alzare i livelli verso vette magiche arriva il terzo segmento, un’astratta visione house/jazz dall’appeal cinematico che non può non ricordare la classe infinita di quel genio di Parrish. V gioca con le forme ed i colori, inserendo deliziose percussioni e mantenendo vivo un sottobosco musicale d’alta classe. Spiazzante quando entra in contatto con il funk futuribile del quarto brano, mettendo in mezzo bassline, voci sincopate gommosità e ritmo pressante. Questione che prosegue anche nel take nove.

Sul sesto movimento è pura house music, deep come sa affondare l’uomo, piena di sentimento, al solito. Arriva poi l’esplosione del ritmo e dell’elettronica nell’ottavo brano, con la cassa giù a spingere e raddoppiare mentre ai margini si dispiegano gentili forze elettroniche a ravvivare il regale background analogico che imperante fa da sfondo. Otto minuti di magia. Ancora movimenti downtempo con giro di basso clamoroso nel decimo brano, potenza del ritmo e corde metalliche a trascinare il corpulento vociare dietro le prime righe. Poi un ritornello più marcato. E’ il funk. Vola dritto fino alla fine, una chiusura house energica con tutti gli elementi precedentemente esposti a riunirsi in un brano ritmico di grande espressività che corona le fatiche di una produzione eccellente e la scrittura di un album finalmente differente dall’ondata deep che, parliamoci chiaro, ci ha saturato i coglioni.

Qui c’è coraggio, questo è un disco!

Redazione Written by: Pubblished: