Ho voluto attendere, non ho mai creduto al fatto che un album del genere potesse veder luce solo in formato mp3. Questa in un primo tempo la possibilità, evidentemente, per Vince Watson che con l’occasione ha mantenuto in vita la sua label Everysoul con la quale due anni fa aveva rilasciato un dodici pollici intitolato “Love in F Minor”.
Watson è una testa di serie, scozzese trapiantato in Olanda, è uno dei più grandi interpreti della techno di Detroit in Europa, così devoto ed appassionato da sembrare a volte uno di loro. Sul serio.
Un produttore che ha messo a punto il suo suono con calma, partendo da una naturale predisposizione all’house è man mano cresciuto assimilando il pensiero e la visione della techno più emotiva e melodica, tramutando questi suoi “studi” nel bellissimo album The eMotion Sequence per la Delsin Records.
Ma diciamo anche che i due precedenti Sublimina ed Echoes From The Future sono stati per alcuni versi ancora più avveniristici, se non altro per averci mostrato quella fase di transizione ormai completata alla techno.
Il tempo è stato poi testimone di una carriera lucidissima, ricca di dodici pollici illuminati che ci hanno mostrato quella che è la sua forza sotto ogni punto di vista, ovvero la straordinaria capacità di suonare techno con quel piglio melodico, groovoso caldo ed ammaliante.
I brani di Watson sono apprezzati e stra-suonati da tutti, djs house e techno, proprio per la loro versatilità e bellezza. Dove il bello è quella sensazione di piacere che gratifica tanto il corpo quanto la mente. Questo è Vince Watson.
Oltre alla Delsin, si sono occupate dei suoi dischi labels come la Tresor, la Planet E, la Mule Electronics e la sua, ormai parcheggiata Bio.
Mancava all’album proprio da quel lontano 2006, quando traspose i suoi sforzi in The eMotion Sequence, troppi sei anni per uno come lui, ma il mercato si sa non aiuta e cimentarsi in un album quando il mondo gira intorno a fortunati (paraculi) singoli che possono garantirti di vivacchiare di serate, non è cosa semplice.
Ora è tornato, di nuovo, e con un disco che è bellezza e purezza allo stesso tempo, la chiusura del cerchio intorno alle sue radici, all’evoluzione che lo ha portato ad essere un capoclasse, alla visione sempre attenta, emozionata, e piena di passione per il groove techno.
Every Soul Needs A Guide, nulla di più vero, non si diventa nulla se non si ha un passato o se non si guarda al passato con rispetto. La musica guarda indietro per andare avanti, gli uomini ascoltano altri uomini per diventare veri uomini.
Undici brani scritti con il fuoco delle lacrime, un calore senza fine sprigionato dalle tastiere e dai ritmi, come nella parte centrale di “Come With Me”, quando volano altissime le note dell’organo e le percussioni sorreggono un movimento tribale che si schianta sui raddoppi di synth che disegnano soavi traiettorie nel cielo. Un suono ricco, che si veste a strati aggiungendone sempre di nuovi.
Un ritmo primitivo: tamburi, maracas e piatti, cercare l’house ma correre dentro la techno, piegare in fughe etniche da lasciar senza fiato come “Voodoo Disco (latin mix)” con quel groove in velocità che è UR all’ennesima potenza, Ed è proprio la sensazione di trovarsi nel bel mezzo di una jam tra Mike Banks e soci ad imperare, perché il modo in cui sono composti i pezzi lascia trasparire come ogni suono sia stato levigato con cura per poi esser inserito nel contesto del brano, ed anche perché la complessità di pezzi come “Reach For The Sun”, “When Souls Collide” o la stessa “Every Soul Needs A Guide” potrebbero benissimo far pensare ad un ensemble di musicisti.
Non è merda di consumo, è musica. E’ passione e sentimento, sudore e lacrime.
E’ techno.