La tela musicale di Boris Conforce continua ad arricchirsi ed espandersi in molte direzioni. La sua è una discografia in piena ascesa che può contare di numerose release di gran pregio sotto diversi pseudonimi, con il comune denominatore in un approccio deep che sembra essere l’unico vettore che collega i vari progetti.
Di pochi mesi fa il suo album per la Delsin, Escapism, un album ben fatto che celava però alcune piccole lacune che non ci avevano convinti del tutto.
Ora arriva questo nuovo disco pubblicato per l’ottima Echocord, etichetta danese dedita alle profondità dub della techno. Un progetto che vede l’uomo presentarsi sotto la veste di Silent Harbour con un armamentario elettronico a grandissimi livelli.
Ci troviamo in territori completamente differenti dalle atmosfere proposte per la Delsin, Conforce qui ritrova una dimensione più intima ed introspettiva e mette a segno dieci brani di techno isolazionista e glaciale che segnano un picco altissimo nella visione di un producer ancora giovanissimo.
L’album è un insieme di stanze a chiusura ermetica dove vengono liberati e fatti rimbalzare suoni elettronici di varia matrice, da timbriche metalliche a rotolanti sussulti plastici, oltre ad una massiccia dose di drones che riempiono le zone basse della stanza facendo aumentare la pressione interna per un effetto suspance di notevole impatto. Anche la scelta di limitare all’indispensabile l’utilizzo dei beats rende grande giustizia ad un suono che ha bisogno di silenzi e spazi vuoti per esprimere tutta la sua bellezza.
C’è un senso di compiuta progettualità che imperversa su tutto il lavoro, è chiaro come il disegno di dell’artista sia stato poi rispettato in tutto e per tutto durante l’esecuzione, ad uscirne fuori è musica che, seppur non innovativa, riesce a regalare emozioni grazie ad un intenso lavoro descrittivo che rende ogni brano un segmento parte di un idea compiuta e ricca di fascino.
Un disco techno che pian piano si insinua tra “le pieghe della mente“ diventando parte integrante del desiderio di riflettere in solitudine che è insito in ogni intelligenza.
E’ un dolce respiro che anticipa l’inverno, un piccolo gioiello.