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Album Reviews /

Omar S Thank You For Letting Me Be Myself

  • Label / FXHE Records
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 03/2013
  • Style / ,
  • Rating /
    10/101
Thank You For Letting Me Be Myself

Se è vero che i ruoli dell’ House Music e della Techno nella loro forma originaria erano ben radicati ognuno nelle rispettive, native città, lo è altrettanto il fatto che il tempo ha attenuato queste posizioni marmoree favorendo quell’interscambio che ha poi rappresentato il vero motore del progresso per entrambi i generi.

Omar S è nato e vive a Detroit ed è forse l’uomo che più di tutti ha preso a calci nel culo l’House per spingerla in avanti. Lo ha fatto scarnificandola, sacrificandone gli eccessi a favore dell’esaltazione del groove puro. Alla ricerca di quella verginità nascosta nell’anima della musica.

Non aveva certo bisogno di tornare a dimostrarcelo. La discografia dell’uomo è un ventre squartato dal quale escono furiose le grida di Jack, di Jack in persona.

“Thank You For Letting Me Be Myself“ un titolo che vale da solo il senso di un lavoro che sembra voler dire grazie alla musica. Pensateci bene, l’unica cosa che gli ha veramente permesso di esser se stesso. E’ un lavoratore Omar S, uno che si alza la mattina e va a fare le sue brave otto ore alla Ford, come poter esser veramente se stessi? Ecco il soccorso, la musica. Omar lo sa bene, e lo sappiamo fin troppo bene anche noi quando dalle casse vien fuori la sua musica.

Questo album è un monumento tanto all’House quanto alle anime di tutti noi. Ce ne accorgiamo sin da subito, quando arriva quel furore incontrollato del brano d’apertura, “I Just Want”, il mondo sembra venirci addosso, ti senti piccolo di fronte alla grandezza di un suono che ti prende letteralmente a schiaffi. Omar S sa come metter a segno un groove, ti circonda di ritmo, ti sega le gambe con i suoi synth taglienti, poi, quando tutto sembra perduto, lascia entrare tastiere e voci servendoti un tappeto volante da cavalcare fino a toccare il cielo.

“Air Of The Day” apre le porte del paradiso con quattro note messe insieme con la melassa, poi il bassline scrive una linea acida che batte contro la 808 fondendosi in energia pura. Il richiamo a Chicago è forte, chiaramente, ma l’artista sembra vivere in un mondo tutto suo, in un suono che viaggia da solo, proprio come lui. “Be Yourself” è ancora batteria elettronica in forma scheletrica, ed è soprattutto un basso micidiale che riempie l’aria con le sue onde grasse. Suoni spettrali, una melodia cupa, tenebrosa, un grido verso il basso. Underground.

“Rewind” è il primo vocale, non ce n’è per nessuno, l’house in questo preciso momento è Omar S. Qui incarna lo spirito Soul in un brano fondamentalmente elettronico, con tanto di piccoli, deliziosi frammenti sonori che ai più potranno sembrare un ripiego mentre per chi scrive sono l’anima pia di un brano che striscia in profondità senza paura di sporcarsi. “The Shit Baby” è un piano-house essenziale, a Chicago non se ne fanno più di queste cose, perlomeno fatte con la mano di Dio posata sulla spalla, sappiatelo.
“Helter Shelter” è uno di quegli sporchi take Techno/House che rispondono alla malattia dell’uomo, a quel ghigno malefico che ha sempre stampato in faccia. Un pugno nello stomaco. “Amalthea” parte con un solo cassa/piatti allucinante, pura arte del drum programming, poi arriva il piano e li non puoi far altro che alzare le braccia in cielo e ringraziare Dio per aver creato l’House.
“Tardigrade’s” è ancora sporcizia “S” inizia, combatte e muore così. Segue la title track, vera Deep House a cuore aperto: tastiere in modalità magia, basso rotolante e la cassa ad erigere l’ennesimo monumento ritmico. “Ready My Black Asz” è Omar in Acid fattanza, quando esce fuori la bassline sei già completamente perduto e l’acido esplode fottendoti il cervello.

“It’s Money In The D”
è un oscuro tunnel che cresce man mano tra note di piano, suoni sporchi e melodie appena sospirate, accompagnandoci verso la fine di un album incredibile, uno di quei dischi che ti segna nel profondo ricongiungendoti all’essenza di una musica grandiosa.