53 Minutes è l’opera prima di Alessandro Lerario, torinese classe 1986, in arte Code 0066, il ragazzo ha una visione della techno fortemente contaminata dal contatto con la natura e dai suoi suoni, che Alessandro ha raccolto, elaborato e proposto in questo album di debutto, sapientemente integrati alle ossature di una dub (techno) ispirata alle opere partorite dalla mente dei leggendari berlinesi Moritz Von Oswald e Mark Ernestus.
A pubblicare l’album la torinese Eclipsemusic di Francesco Stella, etichetta giovane che sperimentando in vari ambiti della techno, è diventata in breve tempo un faro per gli appassionati, una certezza per ricerca ed investimento in qualità e spessore artistico.
L’album, disponibile in formato Cd (limitato a 300 copie, ormai quasi tutte vendute, affrettatevi!) e digital download si apre con la title track 53 minutes: un dub che si bagna di cascate auree, mentre nel cielo impera un torrido sole nero che acceca di luce oscura e rallenta i ritmi di uno scorrere infinito. Segue Masherbrum, fraseggio ispirato dubstep in sferzate elettriche dentro una cornice crepuscolare.
Gorlitzer Park è puro Rhythm & Sound, un dub futuristico dove delay, suoni liquidi, battiti e atmosfere cosmiche si intersecano con un basso che pulsa tanto imponente da entrare nelle viscere, è come se d’un tratto Kingston si materializzasse nel freddo nord Europa, sotto piogge battenti e tra i rumori urbani.
Viola ci delizia con balearismi in delay e atmosfere melanconiche grazie al suono di un violinista col quale Alessandro ha collaborato alla realizzazione della traccia, poi pulsazioni tribali e trascinanti e gonfie note di basso.
Fog (interlude) lascia suonare note di pioggia invernale tra i vicoli di una città ancora semideserta in cui cala una nebbia che offusca la vista e potenzia le sensazioni di echi, tintinniì e rumori ambientali.
Arriva poi la sveglia di 7 A.M., dub techno con influenze Basic Channel, dinamismi tra pieni e vuoti, un groove corposo sferzato da folate sibilanti, e a seguire Rust, che è una jam tra Basic Channel e Sandwell District, il capitolo finora più adatto al dancefloor incontrato nel disco, col suo incedere fiero e trascinante e le sue esplosioni fulminanti.
Lone è il battito del cuore, potente e ritmato, dell’uomo che affronta gli spazi incontaminati del terreno lunare, da lì guarda lo spettacolo della Terra, percepisce i suoni ovattati e il diluirsi delle emozioni in un’atmosfera struggente che rapisce l’animo. Capolavoro!
Vei si presenta come una nebulosa sinistra sulla quale si infrangono meteore che distruggendosi in mille particelle sonore creano echi luminosi nello spazio; l’album si chiude con Fog (outro): il sole che illumina gli spazi e dona con solennità vita al giorno rubando la scena a nebbia e pioggia.
Il debutto del progetto Code 0066 di Lerario è ricco di spunti suggestivi e momenti di riflessione, senza disdegnare qualche episodio che potrebbe fare la felicità del dancefloor più ricercato, un album di gran valore portatore di una forte ricerca emotiva e capace di insinuarsi sottopelle con le sue atmosfere così intime, sognanti, ma allo stesso tempo imperiose.