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Album Reviews /

Conforce Kinetic Image

  • Label / Delsin
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 11/2013
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
Conforce - Kinetic Image

Ci si chiede di continuo cosa sia il nuovo o chi possa rappresentare il nuovo?! Bene, credo che Boris Bunnik possa avanzare il diritto ad un piccolo spazio nel grande libro della storia. Un musicista che in pochissimi anni ha imposto il suo credo scrivendo musica che è andata a definire una personale visione che partendo dalla techno è arrivata a lambire territori ambient piuttosto diradati (con il progetto Hexagon) o electro dal fine gusto europeo (Versalife).

Quel che con il progetto Conforce era invece un suono techno dai connotati deep/dub è nel tempo evoluto seguendo tanto i gusti quanto le incarnazioni di Mr. Bunnik, tanto che già dal secondo album, Escapism, era palese questa apertura verso sonorità techno ed electro più “classiche”, un’evoluzione, a suo modo, dal precedente Machine Conspiracy.

La chiave di lettura del suono di Bunnik comunque non va cercata soltanto negli album, ma anche nei numerosi Ep pubblicati con i vari pseudonimi, ultimo dei quali, proprio Hexagon,  la sua anima nera, un’incarnazione oscura che libera musica ambient a tratti claustrofobica ed isolazionista.

Ora è la volta del terzo album, ed eccoci qui a raccontarvi un’ulteriore step. Kinetic Image è un nuovo, meraviglioso cambio di direzione che in una qualche maniera può esser considerato come il ricongiungimento delle diverse anime dell’artista. Non più dei precisi confini distribuiti su vari pseudonimi, ma un contenitore globale nel quale andar a scrivere il suono definitivo. La somma delle parti.

Gia nei battiti scomposti del brano d’apertura, “Excess Mortality” è chiara questa nuova impronta, un sovrapporsi di suoni vitrei su ritmi spezzati ed affondi di basso. Atmosfere che sembrano proprio provenire dal progetto Hexagon ma che qui hanno una componente ritmica marcata, un suono che non possiamo non accostare ai dischi di Monolake. “Spatiotemporal” esce in techno con una buona tensione sulla programmazione ritmica, è un brano limite, non è diretto al dancefloor, o almeno alla sua derivazione più classica, ma ha una sensualità dance che parla diretta alla mente. “Temporary Reversals” è un nuovo esperimento tra cunicoli oscuri e strati si synths, il tutto sempre montato su questa fantastica macchina ritmica che regala vivacità funk nei suoi complessi intrecci.

La componente più descrittiva e sperimentale è presente in parti ben dosate su tutte le tracce, ma esce bene allo scoperto in segmenti come “Semantic Field o Scientific Trajectory”, musica che trova un equilibrio perfetto tra electro, ambient ed appunto sperimentazione.
In “Underwater Settlers” entra in gioco ancora un nuovo elemento, la componente acid. Un brano electro-ambient visionario con il serpente acido a far capolino elettrizzando la scena.
La seconda metà del disco va dritta all’inferno, scivolando dentro traiettorie inusuali, dentro stanze buie nelle quali sono riversati suoni di ogni tipo, da grasse bordate analogiche e micro suoni e schegge vitree. In “Abundance Of Selves” è lieve la riproposizione di ribollii dub, un brano che integra alla grande questo cuore battente ad un parco sonoro rinnovato e perché no..più bello!

Gli ultimi due brani dell’album sono un esperimento su stringhe metalliche “Optimum Pace” ed una fantastica escursione deep (Anti-adaptive State) che lascia trasparire classe ed intelligenza.

E’ un album emozionante, è un disco che brilla per bellezza e sensualità, per soluzioni mai banali che rendono l’esperienza d’ascolto un momento da ripetere più e più volte. Senza alcun dubbio, uno dei migliori dischi dell’anno.