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Album Reviews /

Ron Morelli Spit

  • Label / Hospital Productions
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 11/2013
  • Style / ,
  • Rating /
    7/101
Ron Morelli - Spit

Ron Morelli è il boss di L.I.E.S., etichetta di stampo out-techno di NY (Shadowlust e Marcos Cabral per dire i nomi più noti), qui alla sua prima uscita da produttore a nome proprio. L’occasione è la stampa in edizione su vinile, cd e digitale per la Hospital Productions di Fernow (Prurient, Vatican Shadow).

Il concept, secondo le parole di Morelli stesso, si riferisce a oppressione, disagio, frenesia. Questo aiuta per definire il disco come contemporaneo: come se si andasse subito al punto, subito al nodo nevralgico. La cosa si avvicina in effetti al vero e alza immediatamente la posta del lavoro, esponendolo al rischio come al trionfo. Spit vive infatti di una varietà linguistica che può rendere complicato l’ascolto e che, allo stesso tempo, può farlo più intrigante. La cifra stilistica di base non si muove mai troppo da schemi di reiterazione asfissianti e da una grana sonora lo-fi. Tuttavia all’interno di questa specie di barriera, trova il momento per esprimersi mediante il post-punk, l’industrial, la house (in modo assai largo), il rumorismo più oltranzista… Proprio perché ciò accade nella dialettica di ripetizione monotona e di alterazione formale quasi schizofrenica, il disco non si esaurisce tanto rapidamente.

La monotonia è spesso corrosiva, tra bassi debordanti, distorsioni sommerse e liquefazioni metalliche. In questo senso però, più o meno, c’è uniformità e il disco procede senza troppe scosse- in senso buono. No Real Reason è una traccia coraggiosa fatta di imprecisioni, dove queste, ripetendosi l’una sull’altra, diventano loro stesse circolarità musicale. Crack Microbes gioca su intonazioni anomale, distorsioni e di nuovo su una ripetitività invasiva e martellante.

Nella bruma di un suono polveroso, sporco, le intuizioni e le intenzioni sono ben definite e orientate. Il proposito marginalista è evidente già anche solo per la propulsione ad un suono non fruibile in contesti dancefloor ma più prossimo ad un esperienza accurata di ascolto. E in quella prospettiva stessa si può dire non per tutti i gusti. Come accade spesso in tempi recenti si fa techno in modo secolarizzato: questa, ridotta a metodo, diventa la chiave di lettura potenziale di qualunque altro genere si intenda praticare, fino al paradosso di diventare architettura di brani essenzialmente noise/drone. Come segno tangibile del momento storico, personalità e intuizioni, Morelli confeziona uno dei dischi più interessanti del lotto.