L’avventura tra i ghiacci di Alessandro Tedeschi continua senza sosta, la sua Glacial Movements è ormai un simbolo per gli amanti di certa ambient rarefatta e dal forte potere suggestivo. Un orgoglio tutto italiano che gode del massimo rispetto in territorio internazionale e che nel tempo ha ospitato i più grandi interpreti di queste minimali vibrazioni.
Con la ragione sociale di Netherworld, Alessandro ha messo in musica tutte le suggestioni che nel corso del tempo lo hanno sedotto fino a fargli concepire un prodotto musicale dedicato ai paesaggi nordici ed alla loro ipotetica sonorizzazione, ed è estremamente piacevole constatare come questo suo nono album sia forse uno dei dischi più belli ed intensi dell’intero catalogo.
E’ un lavoro che riesce a suggestionare grazie ad alcune coraggiose scelte che escono prepotenti dalla rappresentazione sonora fatta attraverso drones e pads stiratissimi, non che siano assenti, ma al contempo l’artista mette in gioco una serie di accorgimenti melodici di gran pregio. E’ così che tutto il lavoro può esser tanto vissuto come una sonorizzazione da contemplare tutta d’un fiato, quanto scomposto in brani distinti che riescono a regalare altrettanta magia anche se presi singolarmente.
Dall’iniziale “Alchemy Of Snow” dove la potenza musicale è espressa con una cassa soffocata sotto le scie di synths stretchati e gli accenni di piano, alla successiva, meravigliosa “Polo Nord dell’Inaccessibilità”, dove il suono di quella che sembra essere una tromba irrompe tra i ghiacci con un’iniezione di calore che materializza un tramonto difficile da dimenticare. “Icepulse” gioca con il silenzio sovrapponendoci il pianoforte, dei battiti e dei pads eterei e fumosi materializzando uno scenario notturno illuminato dai brillanti riflessi di un cielo stellato. Sembra proprio di trovarsi in uno di quei paesaggi norvegesi fotografati in una notte invernale.
Il suo suono è fondamentalmente classico, la costruzione dei brani “rispetta” quei canoni stilistici tipici di questo versante dell’ambient, con registrazioni ambientali e tappeti di synth che creano atmosfere dilatate, ma in questo caso è bene dire che tutto l’arrangiamento e la stesura delle melodie sono ad un livello di completezza e generosità paragonabile a grandi nomi dell’ambient moderna come Biosphere o BvDub.
Netherworld ha trovato la giusta alchimia miscelando suoni, campioni ed intuizioni in un modo che credo soddisfi il suo gusto pienamente, e di fatto ci regala un album la cui bellezza è oggettiva, uno di quei lavori che toccano le corde della sensibilità accendendo la mente e facendola viaggiare incontrollata tra le emozioni che risalgono dall’anima.