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Album Reviews /

Rafael Anton Irisarri The Unintentional Sea

  • Label / Room40
  • Catalog /
  • Format /
  • Released / 10/2013
  • Style /
  • Rating /
    8/101
Rafael Anton Irisarri ‎– The Unintentional Sea

Sono flussi sonori sempre più ispirati quelli che Rafael Anton Irisarri continua a produrre e che possiamo definire come veri e propri racconti sonori. Non è nuovo a questo genere di cose, conosciamo bene la sua musica. Un percorso partito dalla Miasmah recordings ed evolutosi in una serie di album sempre intenti a raccontare storie e ad accompagnarci in viaggi senza dubbio intensi e passionali.

Su Room40 ci aveva già spiazzati con quel piccolo capolavoro intitolato “The North Bend”, un’interpretazione del suono ambient a dir poco evocativa, una serie d’idee che per esser messe in pratica vanno a carpire il nutrimento anche altrove, nella musica da soundtrack per esempio, lisciando il pelo a compositori come Angelo Badalamenti o nella musica classica, quella di compositori come Satie o Debussy. Il fatto è che l’uomo di Seattle sa dove e come metter mano alla musica, parliamo di un multi strumentista in grado di suonare le varie parti dei suoi dischi avendo poi il gusto necessario per amalgamarle nel migliore dei modi.

Non fa eccezione questo nuovo lavoro intitolato “The Unintentional Sea”, basato sulla storia del lago Salton (Salton Sea: lago salato a sud della california creatosi nel 1905 per mezzo di un’esondazione a seguito di un’alluvione in Colorado. Negli anni famoso per la speculazione sul fenomeno e per il livello allarmante delle sue acque.) che Irisarri cerca di farci conoscere grazie a cinque lunghi brani ambient che sembrano emergere pian piano in un susseguirsi calmo di note rarefatte.

E’ sempre nel dettaglio che possiamo percepire la grandezza di questa musica, nei favolosi equilibri tra il candore delle note ed il noise elettronico che sovrasta le stesure. Brani che offrono sempre melodie calde, avvolgenti, un viaggio accogliente se vogliamo, pronto a trascinarci col pensiero anche in queste vicende ormai dimenticate ma che hanno evidentemente segnato il percorso intimo dell’artista che minuto dopo minuto riesce a mantenere vivi i sentimenti malinconici ed un’estetica sonora di gran classe.

Tutto ruota intorno a composizioni di piano arricchite, squarci dove la trama viene ispessita attraverso livelli sonori complessi dove l’uomo applica registrazioni ambientali, corde di basso e chitarra e rumoristica di varia natura. Raccontarlo è di gran lunga più difficile che viverlo.