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Greatest Pills /

Ebi Zen

  • Label / Space Teddy
  • Catalog / ST 007
  • Format / Vinyl, CD
  • Released / 1994
  • Style / , ,
  • Rating /
    10/101
Ebi - Zen

Susumu Yokota lasciava questo mondo il 27 Marzo scorso all’età di 54 anni dopo aver combattuto a lungo contro un male poi rivelatosi incurabile. E’ stato, e credetemi non è assolutamente circostanza, uno degli artisti techno giapponesi più ispirati di sempre. Un precursore, sperimentatore e grandissimo talento che ha servito la musica per oltre venti anni, lasciando un’eredità artistica incolmabile oltre che una serie di capolavori destinati a diventare dei veri classici del genere.

E’ possibile individuare molte fasi del Yokota pensiero: quelle degli arbori techno, con la rarissima  pepita ‘Acid Mt. Fuji’ un album dove groove e sperimentazione trovarono un equilibrio perfetto nella taratura funk che il genio giapponese era riuscito ad impartire, o, andando avanti negli anni possiamo evidenziare una fase meditativa che molti tendono ad evidenziare con l’album Sakura (pubblicato in split tra Leaf e Skitone), disco dove tutto assunse delle connotazioni più morbide, melodiche, spirituali.

Susumu Yokota

Esiste però una linea di confine dove questi due mondi hanno trovato una simbiosi talmente perfetta da poter istituire un nuovo corpo, autonomo, brillante, e questo magico incontro risponde ad un nome: Zen.

Nel 1994 Yokota intraprese una collaborazione con la tedesca Space Teddy, label fondata un paio d’anni prima dal mitologico Dr. Motte insieme al suo amico Uwe Reineke in quel di Berlino, e diede vita dapprima ad un Ep intitolato semplicemente Hi, poi a quello che diverrà un album fondamentale nella discografia dell’artista oltre che un grande classico della techno.

E’ bene innanzitutto chiarire un aspetto, Zen, come quasi tutti gli album rilasciati in quegli anni, venne stampato sia in doppio vinile che in cd, con quest’ultimo formato che al tempo godeva dei suo momento di maggior sfarzo, e quindi di fatto prodotto di punta dell’intero ciclo. E’ per questo che nella versione cd troviamo ben tre brani in piu: Hi, Kai e San. Il primo un barocco techno-acid con grandi arie trance a corredare il groove festante e ricco di calore. Il secondo un poderoso brano spiritual-ambient con grandi profondità ritmiche, 303 in ricamo ed echi vocali oscuri a saturare l’atmosfera. Il terzo un tunnel techno pervaso da scariche elettriche e nervi acid scoperti che in un crescendo infinito porta il suono verso vette da lacrime e braccia al cielo.

Era la fusione tra l’animo sperimentale e quello melodico, e questa somma può esser identificata soltanto con il termine groove.

L’album apriva con l’omonima ‘Zen’, otto minuti e quarantacinque secondi di viaggio afro-tech con le percussioni a rullare libere mentre la 303 scalda i motori per dar vita ad un mantra ipnotico pronto a debellare anche le menti più ragionevoli per farle astrarre alla ricerca dell’ignoto. Leggi alla voce psichedelia.

‘Fu’ è un ambient-techno da navigazione ancora con l’acido in saliscendi, il tom bello scandito e tutta una serie di suoni alieni a corredare un andamento a bpm controllati dove emerge un senso di eleganza a dir poco unico. ‘Yoku’ è uno di quei giochi di tensione che riuscivano a meraviglia a gente come Khan & Walker e che Yokota ha saputo interpretare in una forma personale che riconduce il tutto ad un grande rito tribale.

C’è stata sempre una sorta di deriva mistica nella musica di Yokota, un comune denominatore presente tanto negli album più arcigni quanto in quelli dichiaratamente meditativi, qualcosa che veniva dal suo animo quindi e che in questo album trova forma, compimento e definitiva consacrazione nei tre minuti e quarantatre secondi di ‘Sei’. Uno scorcio che taglia in due l’album, si apre facendo salire il cuore a mille, tocca vette emozionali impossibili e poi ti lascia li, come un cretino a cercar di capire bene se nel mondo reale è possibile volare così in alto.

Ne vennero pubblicate tre versioni, un doppio vinile di colore nero, un doppio di colore rosso ed un cd. E’ possibile accedere all’infinita scia artistica di Susumu Yokota attraverso molte porte d’accesso, questa è quella che forse più di tutte si avvicina al nostro modo di vivere la musica, ma non lasciatevi limitare, perché se è vero che l’appellativo di genio ultimamente è disseminato con troppa noncuranza, è altrettanto vero che il diritto di esser investiti di tale riconoscimento è roba per pochi intimi.
Riposa in pace maestro.