Prima di partire è bene spiegare che Black Secret Technology è stato l’album più ascoltato da Burial nell’ultimo anno. Quello da cui ha tratto maggior ispirazione e quello che forse ha reso possibili molte delle emozioni che ha poi saputo donarci con il suo ultimo album Untrue.
Altra mansione particolare và all’uomo, nato Gerald Simpson e divenuto poi leggenda grazie al suo immane contributo alla musica elettronica con lo pseudonimo
A Guy Called Gerald . Uno eclettico per natura, mai fermo sui generi, mai stanco di provare, comporre e suonare.
Cos’è ‘Black Music Technology’?
Un disco soul montato su un’impianto elettronico potentissimo, senza dubbio. Un disco nel quale le parti vocali giocano un ruolo importantissimo, perchè sembrerebbe quasi impossibile immaginarlo senza, con quei trattamenti che poi abbiamo ritrovato a più riprese proprio nei dischi del giovane segreto britannico.
Un disco che legge dal basso gli umori delle periferie urbane, interpretandone gli stati d’animo, la solitudine e la voglia di emergere.
Un disco che a cercar di catalogarlo si fà soltanto fatica, per quale motivo poi? Quando tutto ciò che si deve sapere viene affrescato in un quadro dai lineamenti chiarissimi.
Black Secret Technology è un sogno ad occhi aperti che racconta l’inquietudine umana attraverso composizioni lineari e semplici, impreziosite da ritmiche invece assai complicate, da cavernosi bassi che risuonano dal profondo e segnano indelebili le sofferenze, da lamenti che sembrano chiedere aiuto, ma che in realtà vogliono soltanto far sapere.
Solo ascoltando questo ‘vecchio’ capolavoro, potrete risalire in superficie con la consapevolezza di sapere che qualcosa c’era stato, qualcosa che ha spianato il terreno alle odierne angosce di un giovane musicista inglese che stà emozionando il mondo.