Anno domini 1979, papa Giovanni Paolo II pronuncia un commovente discorso sulla pace in Irlanda, è un freddo sabato d’ottobre.
1988, la meteora Carl Phillips, in arte Ecstasy Club, insieme a Andy Welsh utilizza parte di quel discorso per l’intro di quella che sarebbe divenuta un’irriverente pietra miliare del genere acid.
Sul finire della predica partono gli applausi dei fedeli sui quali si scaglia a breve una cassa dritta in 4/4, terreno fertile per la distesa di taglienti linee di bassline generate dall’infernale Roland TB-303.
In sottofondo blasfemi sample vocali inneggianti la parola “acid”.
L’atmosfera è oscura e carica di elettricità, il ritmo avanza ripetitivamente ossessivo e travolgente.
A dare alle stampe il disco fù la Flim Flam, label evidentemente incline ai miracoli, visto che avrebbe poi fatto veder luce anche ad un’altro cult assoluto del genere a faccine gialle, ovvero quella “voodoo ray” di A Guy Called Gerald che avrebbe poi scosso il mondo nel 1989.
A 20 anni di distanza riascoltare questa traccia mi trasmette le stesse sensazioni di allora,
un alone di nostalgia inevitabilmente mi pervade dandomi consapevolezza di esser di fronte ad una composizione avanguardistica per l’epoca e che ancor’oggi suona estremamente attuale.