Oggetti non identificati che transitavano mostrando traiettorie apparentemente disgiunte, bagliori funk, spirali acid, breakbeat fulminanti, funghi allucinogeni. Non si riusciva a capire cosa fosse, o meglio, chi fosse.
Tre singoli sparati in aria, la Astralwerks (costola della Virgin) a circoscriverne subito la “proprietà” mettendo sotto contratto quest’entità non ancora mostratasi in pubblico, poi l’album: Lowdown Motivator.
Siamo nel 1995, il freestyle inglese dell’ondata acid house è ormai un lontano ricordo, la musica si è fatta più cupa e geometrica, si sperimentano nuove forme partendo dall’input delle chillout room di Mixmaster Morris ed Alex Paterson, anche in Germania le cose si sono fatte dure, e l’arcipelago elettronico è diviso tra le frequenze electro di gente come Alter Ego e l’innovazione dub dell’universo Basic Channel.
La scossa doveva quindi arrivare da qualche posto ancora incontaminato, San Francisco era quindi il luogo.
“Multiphasic Invoculator” parte in quinta, cassa dritta e fuga di synth che riecheggiano quello sciame allucinogeno che s’infiltrava in ogni dove sul finire degli anni ’80, ma nel suo essere così libera mostrava tangibili segni di una tecnicizzazione (o di un minimalismo se volete) che ne definiscono le dinamiche circolari e taglienti, in perfetto stile dance ’90.
Già nella successiva “Big Aura” però Daum Bentley (questo il nome che si cela dietro il progetto Freaky Chakra) inserisce elementi fuori asse come percussioni, ripartenze organiche, frammenti vocali e strascichi di sintetizzatori che capovolgono ogni regola facendo venire finalmente allo scoperto tutta la sua libertà espressiva che si rivelerà la vera arma vincente del lavoro.
I brani sono tutti molto lunghi, mai sotto i 5 minuti, e la cosa che più colpisce è lo standard di creatività altissimo anche in queste lunghe distanze. “Budded On Earth To Bloom In Heaven” (già singolo) testimonia appunto questa verità, in un concentrato di pop/wave/ambient dalle sembianze oscure e sperimentali.
“Goodbye” raccoglie la scia ambientale della precedente chiusura per affrontare un viaggio elettronico di gran classe che ricorda alcune esperienze su Apollo Records.
“Peace Fixation (Trance Mix)” è un contenitore multiforme pregno di ogni ben di Dio, perfetta descrizione di un mondo musicale ormai tristemente perduto. Un brano che ribolle ed è vivo, rigoglioso di suoni e pungente in ogni anfratto.
Tra i tanti modi in cui poteva evolvere la musica elettronica, direi abbiamo scelto il peggiore, abbiamo tralasciato, limato, sintetizzato, mandando perdute alcune fragranze che davano colore ad ogni cosa.
“Tra Vigne” è bassline fuori controllo, forza accecante e libertà d’esprimersi anche solo attraverso il ballo e fa rientrare la sua furia in un morbido atterraggio come “Halucifuge (Blind Dive)”, uno specchio d’acqua che mantenendo la calma riflette gli ultimi attimi di temporale.
Chiude un brano di techno claustrofobica come “Lightdarklight” un tunnel oscuro nel quale poter riflettere su quanto a volte ci sarebbe bisogno di dischi capaci di trasportarci da un capo all’altro della musica senza per forza esser fatto da diverse menti.
Freaky Chakra ha giocato con noi riuscendo a farci riflettere, Lowdown Motivator è un album fuori da ogni tempo.