La Overdrive ne ha viste di tutti i colori, dalla techno alla trance, l’house e tech house, l’electro, l’acid e molto altor ancora, ed ha pubblicato talmente tanti di quei dischi che pensare solo di starle dietro è un impresa titanica.
Perciò considero quello di cui vado a parlarvi un dono, un disco che scoprii diversi anni fa, quasi per caso, ma del resto questo poteva essere la norma quando internet non era ancora l’internet che tutti conosciamo o meglio ancora quando questo non c’era.
Un disco pubblicato da Torsten Geis e Torsten Ohrnberger, due sconosciuti che all’epoca, parliamo di metà anni ’90, viaggiavano con il nome di Lunar Module ed altri meno significativi pseudonimi e si presentarono con una trilogia in vinile intitolata “Mental Acid Trilogy” seguita da questo doppio cd intitolato con il loro nome di battaglia, per poi sparire nel nulla.
Tutti i loro dischi, dal primo all’ultimo sono stupendi, e questo è il colosso di certezza.
Mentre la trilogia su vinile poneva attenzione alle dinamiche da dancefloor, con strutture techno e Jack House oscure e sature di 303, nell’album assistiamo a quello che è poi a mio avviso il loro lato più splendente, quello fatto di progettualità questa volta mentale e di architetture più sofisticate ed accorte.
Lunar Module è un disco che si lascia ascoltare con totale rapimento, qualcosa che quando si arriva alla fine sarà soltanto un brusco ritorno alla realtà.
I brani fanno uso di un costrutto ritmico grasso e ritmato tipico dell’electro con pad ambientali a conferire uno status melodico accattivante e per alcuni versi angoscioso, perfetta traduzione in termini minimali delle armonie trance in quegli anni imperanti in territorio tedesco.
La 303 rimane il loro marchio di fabbrica anche in questo disco, utilizzata con una maestria ed un eclettismo che vede pochi pari. Tutte le linee acidule sembrano appartenere totalmente ai brani, senza mai prevalere in maniera decisa come magari accadeva nei loro brani in vinile se non in un paio di brani più duri come “24 Db Sunrise” e “Convolution”, due lungometraggi techno-electro di epica portata.
Qui è l’armonia a chiudere un cerchio intorno a musica elettronica bella ed eterna.
Lunar module descrive mondi futuristici e pianeti sconosciuti nella miglior tradizione electro con precisi codici linguistici, ascoltando un brano come “Ovulation” potrete vedere anticipate di anni schiere di ottimi producers electro che oggi continuano con tutte le forze a portare avanti questo suono.
C’è tutto un sentimento analogico che batte in maniera violenta nelle menti di questi producers che lavorano seguendo metodologie se volete “antiche” ma che lasciano il segno negli anni a venire. Non è un caso che rispolverando questi vecchi cimeli dopo molti, moltissimi anni, possiamo testimoniare di un suono perfettamente calzante negli attuali schemi, anzi, ancora irraggiungibile dalla maggior parte della musica digitale odierna.
Gli ultimi segnali dal pianeta Lunar Module appartengono a questo intramontabile album scritto nel 1995, un disco che è un delitto non ascoltare almeno una volta nella vita.