Carlo Simula lo abbiamo scovato sulle pagine di Overfitting Disco, uno dei blog europei più “colti” per quel che concerne la Disco e l’Italo. Un vero e proprio covo di collezionisti e filologi musicali che distribuiscono il loro sapere in un eccitante scambio d’informazioni che ovviamente tiene ben nascoste le perle più oscure.
Carlo è un collezionista incallito oltre che un grandissimo conoscitore della scena Disco italiana più nascosta. Oltre ad intervistarlo, gli abbiamo chiesto di realizzare per noi un podcast esclusivo. Mix nel quale ha inserito tutta una serie di gemme italiane e qualche titolo che non ha voluto rivelarci.
Buon ascolto e buona caccia!
Per iniziare puoi dirci in che modo ti sei avvicinato all’arte del djing?
Nei primi anni ’80 mio fratello lavorava come dj in una radio privata locale, di quelle fiorite con la liberalizzazione delle frequenze dei tardi anni ’70, quelli della riforma della RAI post Bernabei per intenderci. Portava a casa tutta la disco americana, soul, funk, italo-disco. Da li la disco si è impressa nel mio DNA, come il sogno coltivato un po segretamente di fare il dj. Del resto, ho iniziato a collezionare dischi da quando avevo circa 12 anni. Tutto questo ha significato che quando gli ’80 stavano diventando ’90 io avevo già un’ingente collezione di post-punk, new wave e synth pop.
Ho vissuto e ballato – almeno in Italia – tutta la scena dei tardi ’80/primi ’90 in cui la italo-disco diventava italodance-piano house e ho anche avuto la fortuna di assaporare gli albori della prima scena inglese acid house-rave-ambient. Una parte di quella collezione è stata venduta verso il 2000, quando ho deciso, in quel momento sembrava una follia, di scavare nei meandri della disco italiana, visto che sono sempre stato un divoratore di cultura, particolarmente la storia e il cinema underground italiano, dal poliziottesco al sexy fino a quello più deviante e sperimentale.
Qualche anno fa poi ho iniziato a collaborare con il blog Overfitting Disco – in pochi anni diventato uno dei punti di riferimento della comunità della nuova scena disco europea – maturando la decisione di formarmi come dj “old school”: solo vinile.
Sul blog ho incontrato una schiera di dj filologi come me da tutto il mondo, che esploravano tutta la disco in quelle che sono state le specifiche scene nazionali, ciascuna con delle identità precise: disco italiana, francese, tedesca, spagnola, scandinava, dell’area balcanica e dei paesi ex-CCCP o proveniente dal sudamerica, dal giappone e dall’india. Nel blog – che è anche una radio on-line 24/7 – esploriamo tutti i “sottogeneri” della disco: italo-disco e nu-disco, oltre ai guest mix di DJ influenti, come Loud- E, Casionova, Flemming Dalum, Jerry Bonham. Da li è iniziato il mio percorso come dj.
Parlaci del lato oscuro della disco, da cosa nasce questa passione ed in che modo avviene oggi il tuo approvvigionamento di vinile?
Il vinile – e la disco, ovvio – sono la mia ossessione, è qualcosa di irrazionale e non voglio cercare di capirla, la coltivo molto volentieri 🙂
L’approvvigionamento avviene ovunque: mercatini, fiere del vinile, internet, e molto dal caro vecchio dealer!
La ricerca del pezzo oscuro è un vero e proprio secondo lavoro, bisogna essere tenaci, a volte trovi spazzatura, altre volte delle gemme, il più grande appagamento però è culturale: nello scoprire una storia segreta tutta italiana, un’altro pezzo del nostro patrimonio culturale, finora sconosciuto. é una storia fatta di grandi autori sotto pseudonimo, magari alle prese con i loro primi dischi, in produzioni a bassissimo costo, composte in studio con turnisti e coriste di passaggio in un pomeriggio, stampate in qualche centinaio di copie, per guadagnare qualche lira grazie alle piste da ballo, perchè ricordiamoci che allora i dischi si vendevano e le discoteche erano piene è una storia che sto cercando di ricostruire anche attraverso questi pezzi.
Credi possa esistere qualche disco ancora da scoprire o pensi sia stato chiuso il cerchio intorno alle perle nascoste?
Assolutamente il cerchio non è chiuso.
Gli anni ’80, quindi la italo-disco, una volta che il fenomeno si sgonfiò in patria verso la fine degli anni ’80, ha continuato ad essere ascoltata nei paesi nordici e nell’ex-blocco comunista.
Ci sono grandi dj e collezionisti e una schiera di nuovi produttori che tengono in vita il suono italo. Questo per dire che l’italo disco è stata già abbastanza “escavata”, ma ancora un buon 40% di oscuro esiste.
La disco invece, particolarmente quella italiana in cui io sono specializzato, riserva ancora sorprese veramente inaspettate, c’è tanto da scoprire.
Il periodo che in questo momento mi interessa – e che ho esplorato nel mix – è quello che va dalla tarda scena progressive-rock 1974/5/6, che poi sfocia nel suono squisitamente disco che va dal 1976 al 1980.
E’ ancora possibile trovare l’affare d’oro nei mercatini? Che consigli dai a chi è a caccia di vinile?
Certamente, ma ci vuole costanza, oltre a totale dedizione, per quanto mi riguarda anche economica. In più c’è qualche segreto del mestiere, perchè è davvero un mondo molto articolato.
Avere il senso di una “timeline” storica poi, aiuta nell’individuare il disco giusto.
Qual’è il paese europeo che mantiene più viva la scena?
I paesi che tengono molto viva una cultura retrò – e di clubbing – di alta qualità. Dove l’esposizione a questi generi musicali avviene fin da giovani, proprio perchè questi generi non hanno mai smesso di essere programmati; inoltre aiuta molto la possibilità di crescere frequentando varie scene di cultori di generi di nicchia.
In questo Svezia, Finlandia, Danimarca, ma anche Norvegia sono i luoghi di riferimento. Li i ventenni sanno a memoria i testi di pezzi italo dell’83!!!
Direi poi certamente la Germania, l’Olanda, L’Inghilterra, tutte scene molto attive nel riscoprire – fra eventi, radio online e label indipendenti – i propri patrimoni di disco “nazionale”, ma ci sono cultori in tutta Europa, Giappone, Usa, Australia. L’Italia tarda ancora ad avere una scena di clubbing di qualità che riesca ad apprezzare i capolavori che essa stessa ha creato, se vogliamo un po l’attitudine tutta italiana di gettare il nostro oro alle ortiche, ma ci sono certamente grandi eccellenze e grandi dj oltre a produttori riconosciuti internazionalmente.
Come definiresti/descriveresti la musica che ami proporre?
Non amo le definizioni, ma se vogliamo dare un’etichetta per brevità direi disco e italo disco underground, 1974-1989.
Dove hai registrato il podcast? E cosa puoi dirci in merito?
Molti di questi pezzi li ho suonati dal vivo durante il Camp Cosmic, il festival europeo di riferimento per la disco underground, che il dj svedese Albion Venables ha organizzato lo scorso agosto vicino a Stoccolma: nella line up c’erano tutti i principali dj della scena disco underground europea contemporanea, tutta la mia “disco family”.
Il mix è più una selezione che un vero e proprio mix “ordinario”: mi piace mixare la disco “a strappo”, la italo, invece la mixo più come un flusso continuo, ma anche li non rinuncio a fare dei tagli improvvisi. Questa tecnica dal vivo funziona molto bene, sfida un po l’ascoltatore a seguire il percorso musicale che sto proponendo, e tiene vivo il dancefloor.
Per il resto sono tutti dischi italiani, rari e talvolta molto ambiti dai collezionisti. Alcuni titoli non li rivelo perchè in questa nicchia quando un pezzo é “under the radar” il prezzo sale inevitabilmente, da li impieghi anni per trovarlo e lo paghi cifre esorbitanti. Come DJ poi, ci tengo molto a fare “vivere” questi dischi suonandoli.
Chi o cosa è la tua maggiore ispirazione?
Tutti gli autori – più o meno conosciuti – di questi e altri dischi, tutti pubblicati su piccolissime etichette indipendenti, ne cito alcuni: Renato Ulvioni, Alberto Radius, Franco Zauli, Francesco D’Anselmo a.k.a. Selmoco e l’epoca d’oro della Vedette di Armando Sciascia, Pippo La Rosa, Vincenzo “Vince” Tempera, Nico Fidenco, Shel Shapiro, Pino Presti, Claudio Simonetti, Michelangelo e Carmelo La Bionda, Tullio De Piscopo, Detto Mariano, Pinuccio Pirazzoli, Andrea Lo Vecchio, Alberto “Simonluca” Favata, le prime produzioni dello Studio G dei fratelli Aldo e Vittorio De Scalzi a.k.a. i New Trolls, i fratelli Franco ed Elio Palumbo, Augusto Martelli, Celso Valli, Malavasi e Moroder, ovvio.
Tutti grandissimi talenti italiani nell’esecuzione, nella composizione e nella produzione, che nelle loro carriere hanno intrapreso magari generi poi diversi, ma per un breve momento storico hanno avuto in comune la disco.
C’è anche da dire che moltissimi cantanti italiani si sono cimentati in pezzi disco: Mina, Celentano, Battisti, Mia Martini. Per non parlare poi di tutte le showgirl che hanno partecipato a vario titolo a trasmissioni radiofoniche e televisive, che abbinavano la comparsata cinematografica al paginone di Playboy, per poi approdare al pezzo sexy da ballare o i fenomeni giovanili che non ce l’hanno fatta a finire in classifica, la meteora locale rilanciata da programmi storici come “Alto Gradimento” o che partecipava a Non Stop o trasmissioni sulle reti e radio locali.
Amo ciò che è finito nel dimenticatoio, vi sono stato esposto precocemente e ricostruisce la mia storia personale, in più sento di dovere rendere giustizia a questi autori. Nella ricostruzione della storia segreta della disco italiana alcuni sto anche avendo la fortuna di conoscerli anche di persona.
Infine vorrei sapere qual’è il disco della tua collezione al quale sei più legato.
Sono davvero troppi per scegliere, quindi due che mi vengono in mente ora: Love Concert delle Cocktail Naif e Safari of Love di Miro…1978 e 1977, due grandi anni per la disco italiana.
Nuovo Gusto Italiano – Tracklist
01. Crash – Meditation Ekstasis 1977
02. Babysitter – No Quiero……..Te Quiero 197?
03. Lydo La Torre – Tramonto Rosso 1977
04. La Bellini – Satan In Love 1978
05. Chrisma – Amore 1976
06. Sexy Safari – African Love 1985
07. ? – ? – ?
08. ? – ? – ?
09. Dream Express Orchestra – Villarhides 1977
10. ? – ? – ?
11. Ulla Linder/Nico Fidenco – Make love on the wing 1977
12. ? – 1977
13. Mescaleros – Estate Samba 1980
14. Tony Clement’s Orchestra – I’m Feeling Down 1977
15. Hollywood Boulevard – Disco Okay 1979
16. Angelica San . – Camaleonte 1980
17. I Romans – Squadra Speciale 1978
18. Al Musci – Dubai Flight 1979
19. Ben Norman – Got to be 1980
20. Tullio de Piscopo – Temptation 1978
21. Giovedì e gli altri giorni – Migration 1980
22. Luky Pistoia – UFO 1974
23. Astra – Adieu 1978