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E.P.193 Mace

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Mace

Questa settimana ospitiamo tra i nostri podcast un progetto italiano interessantissimo: Mace. Ai comandi Enrico Cesaro, da Padova, per un suono dark che eredita tanto dall’industrial e dalla new wave quanto da più moderne intuizioni ambient ed anche techno. In attesa dei suoi album per Further ed Eclipsemusic ci godiamo questa anteprima dove Enrico miscela suoi inediti ad altri brani dal potere magnetico.
Buon ascolto!

Per iniziare puoi dirci in che modo ti sei avvicinato alla produzione musicale ed all’arte del djing?

Il mio primo approccio con la musica iniziò all’età di 8-9 anni, quando cominciai a prendere lezioni private di pianoforte dalla mia vicina di casa. Dopo 4 anni interruppi e ce ne vollero almeno il doppio per arrivare a capire che non sarebbe finita lì.

Così cominciammo a “sperimentare” le prime forme di espressione musicale.
“Cominciammo” si, perché in realtà la pensata partì con Andrea, amico da molti anni, con cui ho condiviso molte idee che non sono tardate ad entrare nella sfera psicologica e sociologica dello stesso progetto mace.
Il progetto è fresco ed è sempre stato incentrato sulla produzione, non ho esperienza nel djing perché non sono nato come tale.

Come definiresti/descriveresti la musica che ami proporre?

Sebbene ci abbia provato, non sono mai riuscito a trovare un genere che possa definire i contenuti della mia musica, ma questa è una cosa che per il momento non mi passa per la testa ed è un bene.

Quello che posso dire è che il progetto è partito principalmente come flusso di idee e di sentita condivisione di argomenti di varia natura, come se si sentisse prima di tutto l’esigenza di costruire una sorta di “letto”(ambientazione, stati d’animo, idee politiche e sociali, situazioni psicologiche), una specie di terreno vitale su cui far crescere “idee sonore”.

Così magari capita di creare dei pezzi completamente diversi gli uni dagli altri per quanto riguarda il genere musicale, ma legati dallo stesso stato emotivo. In via generale il mood è dark e i lavori, dal mio punto di vista, appaiono principalmente come improvvisazioni di colonne sonore o rappresentazioni di luoghi oscuri.

Potresti descriverci il tuo setup in studio? Con cosa produci musica attualmente?

L’approccio con la musica elettronica è fresco, freschissimo, credo di essere ancora nella fase “primi passi” anche se più maturi. Non ho uno studio vero e proprio, si se consideriamo la mia camera, che però può difficilmente esser chiamata studio.
Per il momento produco tutto in digitale, mi servo di controller midi collegati a vari plugin caricati su ableton live anche se più di qualche volta ho “duettato” con Mattia, amico chitarrista che mi ha dato più di qualche dritta sull’ effettistica per chitarra.
Campionamenti e effettistica a 360, senza alcuna regola: mi servo di loop (voci, chitarre, rumori) per manometterli e stravolgerli giungendo così alla massima saturazione.
Non mi impongo limiti di mezzi creativi: ciò che conta è il risultato, l’impatto sui centri emozionali.

Dove hai registrato il podcast? E cosa puoi dirci in merito?

Nella mia camera. L’ho messo su in poco tempo, ma in realtà è un lavoro “involontario” di mesi; mesi dedicati all’ascolto. Ho usato 4 pezzi miei che fanno parte dell’album che uscirà tra qualche mese per eclipse music.
Per il resto lascio giudicare all’ascoltatore.

Su cosa stai lavorando al momento?

L’anno 2013 è un buon anno in termini di raccolta post semina.
Nei prossimi mesi (marzo-aprile) uscirà il mio primo album “If anyone crosses us, we will go crazy” per Eclipsemusic; ci sto ancora lavorando, ci tengo molto, ma sono in dirittura d’arrivo (ne approfitto per ringaziare Francesco Stella per la possibilità e la fiducia datemi).
Per la prima metà di febbraio dovrebbe invece uscire un lavoro per Further records, label di Seattle: sei tracce su tape, tiratura limitata di 100 copie. Si passa da atmosfere oscure e sonorità graffianti (dell’album) a psichedelie caratterizzate dall’impiego massiccio di synth.

Chi o cosa è la tua maggiore ispirazione?

Personaggi storici e contesto relativo, paesaggi apocalittici, viaggi spaziali, spezzoni di film, sogni/incubi ricorrenti, l’aldilà. La figata è che per ogni lavoro che faccio imparo qualcosa di nuovo.

Tracklisting:

01. Mace. – Intro

02. Demdike stare – Falling from the edge (Alternative version)

03. Mace. – V-2
04. Art Fleury – Micrononsense
05. Mace. – Ballad

06. Ekoplekz – Ekoplatz
07. White Noise – Rhytmosphere
08. Senking – 8’22″

09. Be Invisible Now! – L’ultimo giardino dietro la chiesa (excerpts from) Mace. – Alcol

10. ??? – ???

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