Simona Faraone è di gran lunga una delle migliori Dj italiane. Un’artista che non è mai scesa a compromessi creandosi un profilo di altissimo livello che dopo anni di lavoro ha raggiunto una maturità espressiva di grandissimo pregio. I suoi mix sono un viaggio nel cuore della techno e dell’house con selezioni raffinatissime che non disdegnano vecchie, dimenticate perle unite magicamente a produzioni più attuali.
Per Electronique.it in un mix che sprigiona un’anima melodica profonda. Lasciatevi sedurre.
Per iniziare puoi dirci in che modo ti sei avvicinato alla produzione musicale ed all’arte del djing?
Intanto premetto che io sono più “dj” che “producer”, anche se ho avuto modo di esprimermi con alcune produzioni in passato, ma sono state esperienze sporadiche.
La mia attitudine è più per il dj set nudo e crudo, ovvero due piatti e un mixer, e naturalmente in vinile. Non perchè sia una “fanatica” del supporto vinilico, ma perchè è così che io intendo un “dj set”, senza nulla togliere al valore di chi preferisce esprimersi in modo diverso.
Quando iniziai negli anni 80, tra il 1986 e il 1987 , acquistavo dischi già da un po’, son sempre stata appassionata di musica, passione che mi è stata trasmessa in famiglia da mio papà e mio zio. Il mio primo approccio con la “professione” è stato in radio, come speaker di un programma pomeridiano di una radio locale della provincia di Roma, ma la musica la sceglievo io e questa cosa mi piaceva molto, infatti utilizzavo più i miei dischi che quelli della radio che erano a disposizione di noi speakers.. Visto che la mia scelta musicale già all’epoca era molto apprezzata pensai che fosse più interessante proporla in un club e così feci.
Diciamo che sono stata fortunata a trovarmi a Roma in quel momento ,erano anni di grande fermento musicale, c’era una scena interessante di nuovi djs che si muovevano tra la nuova musica hip hop, l’house che stava nascendo e si imponeva come nuovo genere “dance” nei club e naturalmente la techno, e Roma è stata sicuramente una delle città in Europa dove possiamo dire che si è suonata sul serio.
In questo scenario ci si muoveva in molti e sono ancora oggi onorata di averne fatto parte e di aver contribuito, in qualche misura, anch’io.
Come definiresti/descriveresti la musica che ami proporre?
Diciamo che io sono musicalmente una persona molto curiosa,eclettica, non mi piace ghettizzarmi in un solo genere, questo anche perché non ho contratti di esclusiva con label, e quindi non sono obbligata a impostare i miei dj set in un certo modo.
Ho scelto di rimanere “underground”, come stile e mio atteggiamento.
Dopo circa 26 anni di attività mi sembrerebbe molto limitativo non poter esprimere musicalmente tutta la mia esperienza attraverso i vari generi musicali che ho avvicinato e suonato dagli anni 80 ad oggi.
Naturalmente ho un mio stile, e nei miei podcast pubblicati sulle mie pagine Soundcloud e Mixcloud , trasferisco molto di queste mie esperienze musicali del passato insieme alle cose nuove. La mia ricerca musicale non si ferma comunque. Sono molto attenta a tutto ciò che c’è in giro di innovativo, e anche molto presente come frequentatrice di serate e festival. E’ importante non chiudersi in un solo “giro” , conoscere tutto, per poter scegliere e orientarsi al meglio.
Per una mia nuova produzione sicuramente mi orienterei su qualcosa di molto eclettico.
Dove hai registrato il podcast? E cosa puoi dirci in merito?
Il podcast che ho realizzato per voi è stato registrato a casa mia, nel mio piccolo studio/consolle in my room.
Ho scelto di iniziare il podcast con una produzione pre- Kraftwerk ( come Organization) ,una stampa americana in vinile abbastanza rara, introdotta da una intro track di Drexciya tratta da “Journey of the Deep Sea Dweller III”.
Anche per collegare le due scene che mi hanno influenzato musicalmente , l’elettronica europea degli anni 80 e la techno Detroit .
Nel podcast ho suonato diverse tracce di producer italiani che apprezzo e stimo molto :Mayo Soulomon, Andrea Di Maggio “PassEnger”, Fabrizio Lapiana , Ksoul e Paolo Muteoscillator, Alessandro Parisi , Nick Anthony Simoncino remixato da Dj Sotofett, la bellissima versione di Upperground Orchestra ( Rabih Beaini e Tommaso Cappellato) di “Falling up” di Theo Parrish, e la traccia di Paolo Zerletti, “What is Techno” ,che io amo particolarmente, una delle migliori produzioni “made in Rome” della scena techno anni ‘90, facente parte del catalogo della storica label ACV Records.
Su cosa stai lavorando al momento?
In questo periodo sto collaborando con alcuni blog di musica e web radio che pubblicano regolarmente i miei podcast, come MFS The Only & Original e One Nation Under The Groove.
Ci sono poi diversi progetti che per scaramanzia non anticipo, visto che sono ancora “in predicato”.
Chi o cosa è la tua maggiore ispirazione?
Di sicuro la buona musica, e la ricerca non finisce mai. L’ispirazione va alimentata ogni giorno…
Tracklist:
Intro: DREXCIYA – Aqua Worm Hole
01 – KRAFTWERK – Tone Float
02 – MAYO SOULOMON – Medusa Stun (Prisma Touch) (Unreleased)
03 – ANNIE HALL – Empty
04 – PAOLO ZERLETTI – What Is Techno
05 – PassEnger – Frustration Device
06 – MAYO SOULOMON – 808 Shades (Night Shades EP)
07 – MODEL 500 – Psychosomatic
08 – UR 043: CHAOS A.K.A. MARC FLOYD – Afrogermanic (Interstellar Fugitives )
09 – NORM TALLEY – Pulsate (Transmission)
10 – KSOUL & MUTEOSCILLATOR – Criminology Part 1 (MOS_DEEP_013)
11 – FABRIZIO LAPIANA – Dark Visions (Ness Remix) (Dark Visions EP)
12 – ALESSANDRO PARISI – Positron Gladio
13 – DJ SOTOFETT pres.: DIGGI-DUBB-TRIPP MIXES TAPES – Midi Mix By Sotofett (Cozmic House EP)
(Original version by NICK ANTHONY SIMONCINO & MARC ROGERS)
14 – NICURI – Replenish The Earth (Parrish Adams Remix) (Paradigms EP)
15 – PassEnger – Solar Flare (Stephen Brown Remix) (Chord Abuse EP)
16 – TERRENCE DIXON – Beat (Escape EP)
17 – COTTAM – I Remember (Relapse EP)
18 – Falling Up – Theo Parrish (Upperground Orchestra Live Re-imagination)
19 – DJ Aakmael – Empty (Sour Alien EP)