Siamo felici di ospitare sulle nostre pagine il podcast di Gaspare Sammartano, metà dei Cannibal Movie insieme a Donato Epiro e solista per la Black Moss con l’album Low Pitched Italy, pubblicato nel 2015.
Sammartano sarà uno degli artisti in lineup al Velvet Culture Festival di Lecce il prossimo 23 e 24 Dicembre, e questo breve mix è realizzato appositamente per l’occasione. Di seguito l’intervista ed il mix. Buon ascolto!
Per iniziare puoi dirci in che modo ti sei avvicinato alla produzione musicale ed all’arte del djing?
Fondamentale è stato l’acquisto del mio primo sampler, un vecchio Boss SP-202 che tutt’ora utilizzo, e l’aver preso parte, nelle pause dai concerti dei Cannibal Movie, alla lavorazione del live set di Fiume Nero, l’LP del mio compagno d’avventure e costante punto di riferimento Donato Epiro.
Non avevo mai lavorato in quella maniera e con quel tipo di strumentazione. Ho quindi continuato ad approfondire la mia esperienza su campionatori, drum machines, synth, nastri e dai miei primi esperimenti, registrati in presa diretta su un tape recorder, hanno preso forma le tracce finite in Low Pitched Italy, album pubblicato a fine 2015 da Black Moss.
Al mondo del djing mi ci sono avvicinato da poco. Mi interessano in particolare le possibilità che può aprirmi un set ibrido, che conservi lo stesso approccio di un live set ampliandolo con l’utilizzo di vinili, laptop o cdj.
Ultimamente sto ascoltando tantissimi mix, seguendo alcuni show di radio estere fantastiche, uno su tutti Boxed su Rinse FM, ed assimilo in continuazione nuove idee e spunti per un nuovo percorso in questa direzione.
Come definiresti/descriveresti la musica che ami proporre?
Crossover è un termine che si usava un sacco quando ero piccolo negli anni ’90, ed ora è sicuramente più in voga nel settore dell’auto, potrebbe però essere una buona definizione. Scherzi a parte, dico questo perché, in particolare dal vivo, quella che propongo è una vera e propria fusione di differenti stili di produzione: dub, techno, hip hop/rap, industrial. Tutti generi a cui sono in qualche modo legato, nonostante le mie radici partano da altri territori. Com’è che si dice? “Vengo dal punk e dal noise”.
Potresti descriverci il tuo setup in studio? Con cosa produci musica attualmente?
Ho un assetto davvero minimale: laptop, un controller, ipad e tutta una una serie di app, in continuo aggiornamento. Al momento è questo il setup con cui sto producendo nuovo materiale. Dal vivo utilizzo un mixer, due campionatori, due/tre tape recorder, delay in fx send e via così…
Dove hai registrato il podcast? E cosa puoi dirci in merito?
Ho registrato questo mix a casa, di sera, in un momento di tranquillità e relax.
Un regalo per i ragazzi del Velvet Music Festival di Lecce, di cui sarò ospite il prossimo 23 Dicembre. Farà parte di una serie di mix a cui sto lavorando ed in cui sto sperimentando tecniche sempre diverse: in questi giorni ho provato a suonare con quattro deck anziché due e devo dire che mi diverto davvero tanto. L’idea è quella di mettere assieme tutto quello che di nuovo rintraccio sul web, che mi piace e ispira, e creare ponti tra produzioni geograficamente e stilisticamente distanti.
Su cosa stai lavorando al momento?
Sto innanzitutto pensando al seguito di Low Pitched Italy. Ho parecchio materiale su cui lavorare e conto di chiudere le registrazioni nelle prossime settimane.
Ho poi voglia di avvicinarmi ad approcci di produzione diversi rispetto a quelli a cui sono
abituato e capire dove potrebbero portarmi.
Chi o cosa è la tua maggiore ispirazione?
I momenti di silenzio, prima di tutto, assieme alla musica, che ricerco ed ascolto. Le persone che mi sono vicine, i miei amici, i compagni di viaggio con cui mi confronto ogni giorno.