Va cercato nella parola stessa che va ad identificare la nuova serie di vinili messi fuori dalla Attic Music il contesto nel quale dare identificazione ai brani contenuti: D.a.n.c.e.
E qui è bene fare una piccola nota a margine, perché nel momento in cui scriviamo, la Attic è una delle label romane in attività con il maggior numero di release pubblicate. Non sarà certo un banale conteggio numerico a determinare la caratura qualitativa di una label, ma se a questo aggiungiamo un focus techno sempre puntuale e preciso ed un lavoro alle spalle messo in piedi dal solo label owner Fabrizio Lapiana, questo dovrebbe farci ragionare sulla validità del progetto.
D.A.N.C.E. dicevamo, due volumi per altrettanti various artist impegnati a diffondere il verbo techno badando più al groove che alla mente. Ed in questo la progettualità è ben centrata, perché tutti i brani rispondono alla virulenta esigenza del corpo in dancefloor, a partire dal primo brano della serie, The World, composto dallo sconosciuto As Patria, una corrente elettrica che sale man mano attraverso un intro ipnotica, poi la cassa, profonda ed ovattata ed i piattini presenti su tutta la durata. Il groove ricorda un verso di cicala, è presente e pressante, satura l’aria di una nube gassosa.
Bruno Sacco (boss della Gravite Records) cambia radicalmente registro mettendo in piedi un brano muscolare intitolato Eternal che ricorda i loop circolari di Jeff Mills con qualche bpm in meno, interessante il ritmo in asincrono con il suono portante che crea una sorta di tribalismo che ben si sposa con la trama techno.
Il padrone di casa chiude l’affair con un solido 4/4 intitolato Sinusvoid che punta su un suono acidulo mandato in loop a disegnare la melodia portante mentre il ritmo incalza duro a ribadire il concetto: techno.
Sul secondo volume Fernandez Manetta confeziona un brano killer come Entropic Disorder, qui il concetto techno è spinto in territori dark e la struttura messa sotto pressione. Il ritmo è principe, basato su cassa e tamburi completamente affossati nel rumore che pervade le zone alte, ed un serpente acido fa la sua apparizione creando spirali ad alta tensione.
Synthek tiene a battesimo la b-side puntando sulla melodia, il suo brano, Coherence, parte con un pad atmosferico che vortica fino all’esplosione del ritmo. La dinamica è molto lineare e consueta, con i raddoppi e le ripartenze messe al punto giusto, un pizzico d’amarezza, perché l’ottimo impianto sonoro avrebbe forse potuto avvalersi di un maggior rischio sulle dinamiche, ma è altrettanto vero che l’incipit della serie stessa richiede tutt’altro.
Sempre Fabrizio Lapiana a chiudere la questione, questa volta accelerando ancor di più con la sua Osmosis, un avvincente treno sintetico nel quale confluiscono flussi di suoni di natura “spaziale” in un corridoio techno che non può non far balzare teste e gambe.
La techno è viva, ed a parte escursioni mentali varie cerca ancora di far del bene alle nostre gambe, D.a.n.c.e. ribadisce forse che questo aspetto non andrebbe mai sottovalutato.