Dopo aver sondato per qualche anno il mercato digitale attraverso una serie di release che hanno cominciato a veder luce a partire dal 2007, la Eklero Records inaugura un nuovo corso realizzando la loro prima release fisica, in vinile, ed il battesimo è affidato a Calogero Aquilina in arte Kalos che già lo scorso anno aveva pubblicato per loro due Ep digitali.
Un esordio di gran lunga sopra la media, soprattutto per quanto riguarda i brani originali (l’Ep è composto da due pezzi più altrettanti remix da parte di Lakker e Yves De Mey). L’approccio di Kalos è orientato ad atmosfere ambient ed in entrambi i brani gli scenari che riesce a creare sono estremamente suggestivi e ricchi di particolari.
“Colour War nasce dall’esigenza di esprimere attraverso i miei suoni il risentimento verso il grigiore della quotidianità che ci circonda, il progetto vuole essere una “colonna sonora” che va a toccare tutte quelle persone che vivono una realtà priva di tonalità, sbiadita dalla routine quotidiana, ma che nonostante tutto combattono giorno dopo giorno una battaglia per cercare di ridare colore ad un’esistenza ormai in bianco e nero. Una sorta di denuncia verso tutto ciò che ci rende apparentemente liberi.”
E sono i pads iniziali di Daily March a proiettarci istantaneamente nel mood descritto poco sopra dallo stesso, che trova in questa composizione una colonna sonora che lo veste alla perfezione. Il brano presenta un ritmo mai invadente che viene spezzato a più riprese da grovigli sonici dal tono acre, la melodia generale ha un che di sospeso e gli spunti sonori sono sempre ben cesellati. L’insieme è una sorta di breakbeat ambientale che mostra maturità e buon gusto.
Appearance Of Freedom ha qualcosa di nordico nelle sue atmosfere, i vuoti ed i tempi dilatati lasciano immaginare alcune composizioni di Mika Vainio, qui c’è un tappeto portante alterato da cortocircuiti elettrici che rilasciano scintille cosparse un po ovunque, il ritmo sembra seguire questi sbalzi con delle accelerazioni improvvise, e tutta la struttura va in saturazione grazie agli strati di suono che entrano ed escono susseguendosi con scientifica precisione.
Due brani di gran valore che mettono a nudo il talento di un produttore giovanissimo dal quale ora attendiamo un’imminente conferma.
Sulla B-side i remix, inizia Lakker reinterpretando Daily March sul quale applica uno stravolgimento pressoché totale inserendo dei bassi cavernosi passati al distorsore e tramutando l’originale oasi sensoriale in un brano techno sperimentale dalle dinamiche esasperanti. Non un flusso ordinario, bensì un carico di tensione irruento che è in tutto e per tutto un brano a se stante.
Magistrale invece il remix di Yves De Mey che prendendo spunto proprio dal valore di quei microsuoni elettrici li porta alla luce evidenziandone il candore. Anche qui la patina melodica viene meno a favore di un’interpretazione più cruda e violenta ma che in qualche modo funziona da contraltare del lato originale.
Nel genere, un disco interessantissimo!