Questo disco rappresenta un momento di svolta piuttosto radicale nella discografia della Morphine Records, percorso di cambiamento iniziato con la trilogia di lavori di Charles Cohen ma che ora va ad introdurre ancora un nuovo elemento che abbiamo ragione di supporre vada ad identificare una natura mutata e mutante che Rabih Beaini (ascolta i due podcast compilati per electronique: Uno e Due) ha incarnato con tutte le energie. D’altronde è sotto gli occhi di tutti anche la scelta di accantonare il progetto Morphosis per continuare il suo cammino semplicemente con il suo nome (scelta della quale abbiamo avuto una splendida anteprima nei due podcast sopra citati), rientrando mente e corpo in un flusso che impernia le radici nel suo sofisticato animo popolare.
Parlo di punto di svolta perché ad esser introdotta è la musica dei Senyawa, sconosciuto duo indonesiano che si esibisce con un particolare strumento autocostruito in bambù (oltre alla voce) con il quale danno vita ad estreme vibrazioni folk che descrivono un suono di frontiera duro e ruvido che oscilla tra il noise, l’avantgarde e strambe declinazioni metal. In questo nuovo percorso è però fondamentale l’apporto produttivo dello stesso Rabih che dalla regia modella le forme di queste onde estremamente distanti dall’universo nelle quali sono catapultate.
Questo Ep, il terzo della serie Redose, sancisce l’apparizione dei Senyawa in territorio europeo dunque ed anticipa l’imminente album in uscita sempre per la Morphine Records. Qui il loro brano Di Kala Sudah è reinterpretato proprio dal maestro americano Charles Cohen che in circa otto minuti raccoglie le radicali atmosfere dei due per tramutarle in un corridoio psichedelico talmente intenso e viscerale da lasciare un costante senso di vuoto sotto lo stomaco. L’elettronica di Cohen addolcisce il suono dei Senyawa regalandoci un suono tropicale dove i dettagli sonori riempiono lo spazio all’inverosimile. Corde, voci, rumori naturali, gorgoglii sintetici e nebulose astrali, un momento epico che restituisce la grandezza di questa musica.
Sul secondo lato è invece proprio un brano di Charles Cohen ad esser preso in consegna da un altro gigante del suono elettronico, il californiano Robert Turman, sperimentatore sopraffino e grande manipolatore di suoni sintetici. Turman scende nei fondali marini regalandoci un suono liquido fatto di forme che mutano in continuazione, un suono ambient capace di unire con delicatezza le note in primo piano con gli scrosci delle onde in sottofondo, una magia ben bilanciata, un equilibrio perfetto tra texture e melodia.
E’ un Ep meraviglioso, uno di quei dischi dai quali difficilmente la vostra puntina si staccherà.