Il veterano Leo Anibaldi continua a portare avanti la sua musica attraverso la Cannibald Records, label che gestisce in totale libertà scandendone i ritmi ed i tempi. Un’estetica sonora calibrata verso un suono techno più affine al minimalismo, meno sperimentale e più diretto, con il quale ha dato vita ad una serie di Ep a partire dal 2009 che hanno toccato scenari acid, industriali ed a piccole dosi ambient.
Una discografia divisa tra release digitali ed altre in vinile, come questo Evocation, concept che parte dall’omonimo brano pubblicato nello splendido triplo Void del 1996 per la Rephlex e che ora verrà remixato su quattro differenti vinili. Questo primo, pubblicato su plastica verde, è un gioiello che brilla di una luce particolare, perché racchiude nei quattro brani impressi su vinile un suono cristallino che ondeggia nella techno tornando a lambire scenari sci-fi pervasi da rivoli acid, onde trance e raffinati pads.
Ad aprire il disco è un remix, quello dello svedese Sebastian Mullaert, metà dei Minilogue e produttore in grado di far assorbire alla musica quella dimensione ipnotica che ad ampio raggio potremmo definire trance. Ed il suo remix punta proprio all’ipnosi, Mullaert infatti inmbecca uno di quei groove perfetti che lascia rotolare sugli oltre otto minuti mentre arricchisce questo magma con inserti sonori di varia natura e percussioni. Nel finale si concede una melodia morbida, un flute che sembra salutarci in questa solare atmosfera.
Gli altri tre brani sono altrettante versioni dello stesso Leo, il primo, Ooze Drown Mix è un sogno ambient che mantiene isolate le note di piano mentre un tocco di xilofono tiene il tempo in uno spazio dilatato. C’è tutto un sottobosco di suoni che tiene viva la scena, campioni di cinguettii ed altre registrazioni naturali.
Nella seconda interpretazione, Wa Wu We Remix, il brano viene trasformato in un corridoio techno-dub corroso da una bassline acida e dal suono di un oscillatore, un grandissimo pezzo che ci lascia intravedere una nuova strada intrapresa dall’artista romano.
L’ultimo remix, Wa Wu We Snack, è ancora un brano ambient. Qui il ritmo è lento, tribale, c’è una melodia dark ed un’infinità di micro-suoni nei quali perdersi.
Un Ep importante perché ci ricongiunge con la dimensione esoterica di uno dei più grandi produttori italiani la cui classe non è mai stata scalfita.