Un unione singolare ma riuscitissima quella tra Errorsmith e Mark Fell, che sotto la campana della Pan mettono a segno un Ep veramente riuscito dal titolo Protogravity Ep.
Il primo uno degli artisti che ha saputo meglio interpretare l’estetica minimale applicata al dancefloor, regalandoci negli anni una serie di Ep sempre centrati su un concetto di techno/funk dal grande tiro groovy, uno i cui brani hanno sempre fatto ballare chiunque, basti pensare ad un pezzo come Donna, composto insieme all’amico Fiedel con il quale condivide estetiche e produzioni per capire la natura di ciò di cui stiamo parlando, o ancora altre devastanti collaborazioni come Smith N Hack o MMM.
Il secondo ha invece mosso i suoi passi in lungo ed in largo nell’estetica minimalista dando vita a geometrie meno ortodosse e focalizzate più sulla sperimentazione che sul groove, anche se non sono mancati cedimenti alle lusinghe della techno in diverse occasioni.
Questo Protogravity suona proprio come la perfetta unione tra due modi di concepire la musica differenti e riesce a sfruttare le caratteristiche peculiari dei due producer in tre brani eleganti ed a loro modo caldi e sensuali.
La title track è la prima ad esser incisa sul solco, ed è un brano deep techno caratterizzato da pochissimi suoni: un pad imperante, un arpeggio dal sapore metallico ed una sezione ritmica pacata, poi un gioco di voci e questo ritmo sempre sbilenco al quale abbandonare il proprio corpo senza porsi troppi problemi.
Cuica Digitales è una samba magmatica con il cuore techno, c’è un tribalismo ritmico molto funzionale ed una decomposizione sonora su un campione vocale che riecheggia il modus operandi dello stesso Errorsmith. E’ musica priva del classico groove techno o house, ma riesce ad avere trasporto in queste sequenze scarne che nella loro ripetitività riescono ad apparire irresistibili. Non è semplice lavorare con così pochi elementi riuscendo allo stesso tempo ad esser funzionali ed anche belli.
Atomic #80 lavora sul ritmo proponendo un suono dubstep stilizzato, futuristico, profondo, qui le frequenze sono cristalline, i beats limpidi e precisi e la potenza scatenata da queste vibrazioni va ad estremizzare il concetto stesso del beat.
Un disco importante perché apre prospettive interessantissime nella commistione tra techno, ambient, dubstep e minimalismo, non una formula nuova, sia ben chiaro, ma espressa con questi suoni e queste soluzioni ritmiche presenta un lato della medaglia non ancora completamente esplorato e che a questo punto speriamo si concretizzi presto in un album.