La nota casa svedese Elektron che produce solitamente synth e drum machine ha da poco inaugurato la propria serie di vinili affidando la prima release al colosso Plaid.
Purtroppo nel momento in cui scrivo il disco è già sold out e rivenduto a cifre astronomiche su discogs ma la cosa era prevedibile dal momento che le copie a disposizione erano soltanto 300 ed il progetto particolarmente appetitoso.

Ad aggravare il fatto mettiamoci anche che i Plaid hanno realizzato tre brani piuttosto inusuali per le loro recenti coordinate, che viceversa riabbracciano in maniera piuttosto limpida alcuni fasti primordiali facendoci tornar a godere di eclettiche partiture ritmiche, di grandi spunti melodici ed in definitiva di una musica che sembra tornar a rivolgersi a quell’idea di artigianale manifattura dance rivolta al futuro.

Nel primo brano, Serket L, Handley e Turner tirano dentro una partitura vocale trovando un equilibrio perfetto tra ritmiche sofisticate e tastiere in chiave dub. La melodia che ne viene fuori è piuttosto armonica e fa risplendere quello che è stato sempre il loro marchio di fabbrica tornando ad osare un filo di più rispetto, in particolare, all’ultimo album.

Serket G fa rimbalzare dei bassi su un pad grasso in una sorta di electro dove le pulsazioni cadono randomiche e le stringhe arpeggiano con meraviglioso appeal metallico.

Conserv è techno decomposta in piena Uk era, c’è quello sprint groovistico spezzato tipico delle produzioni dell’epoca, ci sono gli umori delle città fotografate di notte e c’è molta molta esperienza.

Non dovrebbe stupire il fatto che un gruppo come i Plaid metta insieme brani del genere, mentre il corso stesso degli eventi unito ad una carriera ormai troppo importante ci aveva quasi fatto dimenticare chi sono e da dove vengono, motivo per il quale consigliamo senza riserve questo Ep, invitandovi anche a tenere gli occhi aperti in vista del secondo appena annunciato dalla Elektron e del quale ancora non si hanno informazioni precise circa il chi.