Un unione nemmeno troppo imprevedibile ma assolutamente benvenuta questa di Dalhous e Pye Corner Audio per l’iberica Lapsus Records, che ci consegna un singolo a quattro mani, intitolato Run For The Shadows Ep, da due degli acts più low-key dell’elettronica inglese.
Pastorale è l’aggettivo che più si è sprecato sulle recensioni dei lavori su Blackest Ever Black, Type e Ghost Box per Dall e Jenkins, che con le loro rivisitazioni di, rispettivamente, IDM e techno granulare, hanno lasciato sulla loro strada ben pochi dubbi sulla qualità dei loro precedenti lavori.
Sul lato A, affidato a Pye Corner Audio, il drone sbilenco e metallico di Stream Four viene cavalcato da un kick sotterraneo e una bassline irregolare senza mai esplodere, mentre è The Simplest Equation a riportarci ai fasti delle Black Mill Tapes con un semplice quanto efficace arpeggio e un kick in levare: il resto lo fa un arrangiamento altrettanto scarno ma acuto e una melodia sospesa tra i Boards of Canada più evanescenti e i primi Autechre di Incunabula ed Amber. Le coordinate sono sempre quelle giuste, ebbene si.
The Essential Wander, che apre il Side B, è invece uno dei brani più duri e cupi del progetto Dalhous dal primo “Mitchell Heismann” del 2012, chiuso tra claustrofobici beats in reverse e il solito sublime lavoro di incastri tra melodie e distorsioni, debitrici sia dei sopra citati Boards of Canada e di qualcosa che i Nine Inch Nails non hanno mai avuto ne il coraggio ne la voglia di approfondire troppo. Witnessed by Resolution è invece un sostanziale pezzo di ambient corrotto, dove un loop di piano distante fluttua su onde di pads quasi impercettibili per aprirsi leggermente solo nell’ultimo minuto, dove una lenta linea di basso aumenta il pathos per pochi secondi, per poi dissolversi senza troppi preamboli. Entrambi i pezzi riportano alla mente più il riuscito “Will To Be Well” del 2014 che l’ultimo, più sperimentale e concettuale, “Composite Moods Collection 1”.
In sostanza: pubblicare uno split del genere con due nomi ormai più che conosciuti nei loro rispettivi campi può sembrare noiosa o scontata, e spesso il caso è di ritrovarsi per le mani scarti o materiale che poco aggiunge alla discografia degli artisti coinvolti. Questa volta sembra invece che Lapsus, giovane etichetta di Barcellona che orbita su coordinate IDM/electro, ci abbia consegnato un ottimo singolo, in tema con il suo percorso e totalmente appetibile per i più affollati fan clubs di Blackest Ever Black o Type.