Plant43 ha sempre evitato fenomeni di sovraesposizione, con la sua musica l’appuntamento è quello di una o due volte l’anno, un mondo costruito mattone su mattone, aggiungendo tasselli talvolta minimi ma sempre importanti e tesi a circoscrivere quello che oggi, a distanza di dieci anni dal debutto su Ai Records, possiamo definire il suo suono.
Torna ora con un nuovo Ep intitolato Mycology per quella grande label che è la AC Records, splendida portavoce di affondi elettronici di assoluta qualità in termini electro, techno ed acid.
Mycology è un tema che torna a battere sull’amore per la natura espresso in più occasioni da Plant43, e che su questo vinile prende forma attraverso quattro brani ispirati al mondo della micologia che mettono in evidenza un grande approccio melodico.
E’ dunque la melodia il focus intorno al quale gira la musica di questo Ep, che apre con i caldi pad di Crowned Earthstar (Geastrum Coronatum, uno strano fungo non commestibile dalle sembianze di una medusa) subito spinti in electro dall’ingresso di un synth velenoso e dalla ritmica in classico plant-style. L’accordo sulla linea di basso unito al saliscendi dei pad mette in scena un’atmosfera surreale come può esserlo una passeggiata nel bosco con la nebbia ancora bassa. Una piccola curiosità in merito, il fungo fu già tributato in passato dal musicista svizzero Andreas Vollenweider, maestro new age che si espresse in merito sul suo album Caverna Magica.
Amethyst Deceiver (nome preso in prestito dal famoso fungo letale Amethystina Di Laccaria ) alza la tensione con un brano in cui tutto è ritmo, dalla batteria elettronica agli arpeggi, ogni elemento è suonato in modo da creare una dinamica molto nervosa ed oscura dove Plant43 al solito è maestro nel far divincolare il suono soave delle tastiere generando un mix di terrore e dissoluzione.
Destroying Angel (ancora un’Amanita letale, la Bisporigera) vola incontro a quella scienza E.R.P. allo stesso tempo drammatica e malinconica. Un brano perfetto che ci riporta proprio alle migliori produzioni di Hanson in tal senso, e che segna proprio quel passo in avanti nella stesura di melodie intrapreso dall’artista. In chiusura un nuovo break malinconico che segue a ruota il brano precedente, è Tongues Of Fire (le spettacolari lingue arancioni della Gymnosporangium clavariiforme), una chiusura a cerchio che contrappone il suono corposo di una tastiera ad un arpeggio sottile e cristallino.
Cogliere le variazioni, le evoluzioni ed i messaggi insiti in questa musica è lavoro da appassionati veri, da ascoltatori che non si fermano in superficie ma arrivano al nocciolo, immergendosi in questo mondo così dolce e carico di sentimenti come quello dell’electro. L’electro non è una moda, è un modo di approcciare alla vita e di immaginare il futuro, è un linguaggio meno immediato perché tende a tralasciare le gambe per concentrarsi sulla mente, utilizzando il ritmo come impalcatura per scenari in grado di stimolare la vostra immaginazione.