Versalife è lo pseudonimo con il quale Boris Bunnik (Conforce, Hexagon, Silent Harbour ecc..) mette in gioco il suo versante più squisitamente electro. Bunnik è un prodottore molto prolifico e ad onor del vero, uno di quelli che non ha mai tappato praticamente nulla. Senza strafare, ma raggiungendo talvolta delle vette interessantissime ed originali con la sua musica.

Questo Ep intitolato Self Replication viene pubblicato dall’austriaca TRUST, label che ci ha saputo regalare grande musica, come quella dei Microthol o di VC-118A, e che rimane quindi una di quelle etichette da campanellino d’allarme ad ogni uscita.

Quattro brani che seguono uno schema piuttosto libero in fatto di soluzioni ritmiche e melodiche e che fanno sfoggio di un parco sonoro dal grande appeal futuristico, soprattutto nell’intonazione dei vary synth utilizzati. L’obiettivo è quello chiaro ed ampiamente condiviso nel panorama electro, ovvero quello di scrivere moderne colonne sonore per paesaggi fantascientifici, spingendo in avanti tutto quel lavoro di electrizzazione del funk iniziato nei primi anni ’80 da pionieri come Bambaataa o a ben vedere anche da Herbie Hancock. Non si tratta ovviamente di fare le stesse cose, ma di prendere il concetto e spedirlo quanto più avanti nel tempo si possa immaginare.

Versatile sa il fatto suo e riesce a gestire lo spazio ed il tempo mettendo insieme delle composizioni articolate, minuziose e scientifiche riuscendo a far risultare morbide le parti melodiche, il tutto senza dar mai la sensazione di qualcosa di pesante o troppo saturo.

Sono quattro luminosi fari attraverso i quali cogliere un punto di vista ottimistico ed ultra-tecnologico di quel che potrà accadere, e pensare che questo possa avvenire ascoltando della musica vi tornerà indietro il peso e la caratura del lavoro di alcuni produttori particolarmente ispirati che continuo a considerare autentici artigiani del domani.