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Single Reviews /

Albrecht La'Brooy Eventide

  • Label / Analogue Attic
  • Catalog / AAR007
  • Format / Vinyl
  • Released / 10/2016
  • Style / ,
  • Rating /
    8/101
Albrecht La’Brooy eventide

C’è di nuovo fermento nel continente australiano, sono sempre più insistenti gli input che provengono da li e che in un certo senso vanno soltanto a riavviare un processo creativo che durante gli anni ’90 a piccole dosi aveva dato il suo contributo solido e creativo alla scena elettronica. Pensate soltanto alla Think Communications della quale vi abbiamo regalato la storia neanche qualche mese fa.

La Analogue Attic è una label giovane, fondata nel 2014, ma che sta lavorando molto bene, intorno ad un concept ben delineato inerente il lato deep dell’house e della techno, e attraverso il quale sta emanando vibrazioni di gran classe.

Quella di cui vi parliamo è la settima release della label, firmata da Albrecht La’Brooy, ovvero un duo formato da Alex Albrecht e Sean La’Brooy. Ovviamente non sappiamo quanto di tutto questo sia vero, e quindi, quando sono le informazioni ad esser carenti, è la musica a fungere da ago della bilancia. Questo Eventide è un Ep di quattro brani dove le componenti house e techno si fondono in un linguaggio profondo e patinato dentro il quale ogni elemento pensa tanto all’estetica quanto alla sostanza.

Albrecht La’Brooy

E’ musica elegante, libera dei grooves che tendono a non sporcarsi, e quindi distanti mille miglia tanto da Detroit quanto da Chicago, sviluppano un carattere forse più tipicamente europeo, ma in questo caso capite bene quanto il fatto di voler circoscrivere un suono non riesca a calzare su nulla.

Brani molto lunghi e ben sviluppati, dal’ iniziale Queen Bridge (10PM) che avanza silente tra tappeti, suoni acquatici ed un serpente basso che pian piano lascia salire le percussioni. Un intro lunga che lascia poi spazio ad un corpo astratto sul quale la parte persuasiva continua a giocarsi le sue carte fino all’esplosione della cassa, che avviene solo verso il finale.

Encounter (Midnight) è un’elegantissima suite deep house con il piano a disegnare una melodia dolce, dei field recordings a mò di eco e quel grande, morbido ritmo ad avvolgere tutto ed a riscaldare un ballo libero e leggiadro.

Balcony (2AM) srotola oltre nove minuti di purezza dub. Senza affossarsi su se stessa, giocando su un basso vibrante e su delle cristalline note di piano poi portate in paradiso da una cassa ovattata che fa avviare i motori di un corpo celeste che profuma di house ma arde di techno.

Last Tram (4AM) riversa vapori jazz da un piano ubriaco dipingendo questa scena dove ricordi sfocati lasciano intravedere un club, gente che chiacchiera spensierata e goliarde risa alcoliche.

La Analogue Attic sta cercando di far conoscere il suo messaggio. Nei suoni, nelle atmosfere e nei grooves continua a convincere in pieno. E’ musica bella da ascoltare, da vivere e da ballare in piccole intime stanze dell’anima.