Tutte quelle dannate volte che ci siamo trovati alle 6 del mattino con un macigno sulle gambe ma ancora carichi di quell euforia che solo “l’ultimo disco” è in grado di dare. La fronte pregna di sudore e tutto il calore umano concentrato sotto la consolle.
Edinburgo, 2006, Dj Bone stà suonando quello che giudicherà poi come uno dei suoi migliori set di sempre, ma inevitabile giunge l’alba, e la musica cessa inesorabile. Quello che seguirà nei 15 minuti successivi è il delirio di una folla famelica di musica, e l’inno è statuario: One More Tune!
Dj Bone riflette a lungo su quella magica notte e fortunatamente i pr del locale hanno registrato il suo set, canti finali compresi. Da lì la decisione, prendere quei cori carichi di indescrivibile passione e montarci sopra un’intelaiatura sonora che possa far rievocare a tutti quello che è uno dei momenti più alti e nobili di un set.
”One More Tune” è l’inevitabile titolo di una traccia che marchia a fuoco i ricordi, un’emozionante proiezione nel dancefloor, tutti lì, fantasmi del benessere, pulsanti e rabbiosi, a reclamare il sudatissimo ultimo disco.
E la magia non si esaurisce sulla B-side, perché “Eric Dulan” non è certo l’ultimo arrivato, lui è uno di quelli che Detroit l’ha sempre vissuta nel sottosuolo ed infatti sul lato A troviamo un’altra traccia bomba come “Circus World” che è un gioco tra vocal e melodia (ancora una volta romanzata), groove intriso di funk e con la cassa che sembra gridare techno come da tempo non sentivamo.
E’ il disco di tutti.