La Ai Records è una label discostante, và seguita, studiata, a volte odiata. Ma è un etichetta in grado di compiere miracoli. Li ha fatti in passato, se pensiamo alla prima compilation Split, se pensiamo all’album di Confutatis, o ancora all’esordio al fulmicotone di Claro Intelecto.
Ci siamo di nuovo, è di nuovo l’ora dei miracoli, EOC, il perfetto sconosciuto che imbocca il sentiero della gloria.
Le poche informazioni raccolte su web ci portano al profilo di una donna di colore, Lena Wade, nulla di più.
Information Warfare è un album incredibile, un disco che è fondamentalmente techno costruita sulle derive più marginali della musica elettronica. E’ deframmentazione del suono contrapposta ad una costruzione armoniosa di melodie. Un contrasto forte di sensazioni che crea una sorta di oblio uditivo.
Può esser ricondotto alle prime sensazionali uscite dei Black Dog in tracce come “Jabberer And Gabber”
o “Disparity”, fermo restando che di suoni digitali stiamo parlando, ma sarebbe inutile continuare per paragoni quando in fin dei conti possiamo parlare di un suono interamente proprietario.
Troviamo sempre maggiori difficoltà nel trovare qualcosa di buono in ambiente digitale quando parliamo di techno. Ecco arrivata una dea che è saputo contraddirci. EOC è il futuro quando ormai l’idea di futuro ci sembrava distante.
Il potere della musica è anche questo, l’imprevedibilità, ascoltare qualcosa di nuovo senza aspettarsi nulla e ritrovarsi per magia con il cuore in fiamme e la voglia di ascoltare di nuovo.
Un esordio fuori dal tempo.