Mark Pritchard è uno dei più grandi interpreti della musica elettronica da un ventennio a questa parte.
Citiamo per la cronaca i progetti Global Communication, e Jedi Knight, ma potremmo star qui a scrivere ancora molto.
Per chi si è avvicinato alla musica elettronica nell’ultimo periodo ricordiamo che Pritchard è anche l’uomo che si cela dietro il progetto Harmonic 313, uscito da poco su Warp Records.
In questo disco a nome proprio, lo ritroviamo, finalmente, immerso nella creazione di ambientazioni musicali.
Una delle cose che è sempre riuscita alla perfezione a questo artista ora residente in Australia.
Il brano di apertura, “Question Mark”, è una stupenda suite composta da drone metallici e registrazioni ambientali, un sottile e cupo tunnel dove alla base alberga una delicatissima texture che sarà poi il vero valore aggiunto del brano, e nel finale, alcune note appena accennate di piano irrompono tagliando lo spazio in una nuova emozione.
“The Hologram” è un brano collante tra le vecchie soluzioni metalliche di Pritchard e l’attuale sound di Harmonic 313, con i suoi beat in bilico tra hip hop e break beat ed una ragnatela sonora sofisticatissima.
A questo punto pretendiamo l’album.