Dalla recente chiacchierata con Giorgio Gigli ( vedi intervista ndr) era apparso chiaro il suo percorso verso un suono che partendo da un presupposto techno ben noto, andasse ad approfondire la materia focalizzandosi sull’aspetto più puramente evocativo che questa musica può generare.
La percezione che si ha infatti ascoltando questo suo nuovo lavoro per la “Prologue” è quella di un compiuto esperimento dove la forma mentis minimale della musica di Giorgio entra in contatto con nuove proiezioni comunicative derivanti dall’ambient music, e più propriamente dalla tecnica dei “Drone”.
“Extrospection” è una traccia simbolo in questo senso, perché nei suoi oltre dodici minuti, trovano espressione diversi aspetti che descrivono in maniera minuziosa la nuova estetica di questo artista italiano che stà disegnando un percorso filologico in continua evoluzione. Una linea di basso lenta ed incisiva, drones che strisciano per tutta la durata come un velo trasportato dal vento ed una controparte ritmica che interviene in maniera delicata sulla solida base 4/4.
In “Introspection” ci troviamo all’interno di un “battito cardiaco” che sembra lasciar intendere una certa regolarità e rilassatezza nelle forme, ma il segreto và colto più in profondità, in un background formato da micro particelle sonore che si susseguono cementificando il sottosuolo.
La chiusura è un esplosione terrorifica (Self Reflection), un brano techno dove i bpm salgono improvvisamente facendosi però carico di un inquietante quanto irrinunciabile synth che pervade l’intera traccia celandola nell’oscurità. Un brano che ogni amante delle atmosfere deep vorrebbe poter ballare in un club.
Questo Observation Document 1 è la prima metà di un lavoro che a questo punto ci tiene sulle spine per un finale già da ora attesissimo.