Il primo è stato il caso underground dello scorso anno, legato anche al fatto che tutto girava intorno alla fenice europea Hardwax, e soprattutto al fatto che il signor Wax era allora un perfetto sconosciuto.
Ora sembra quasi definitiva la paternità del progetto, che vede dietro il timone proprio l’astro nascente Shed, artista coccolato e tenuto ben stretto dall’attuale hype berlinese.
Fortunatamente Shed non è solo apparenza e ce ne dà dimostrazione ormai sempre più spesso, ora con questi due nuovi brani in bilico tra house e techno che sono un ulteriore passo in avanti per le strutture minimali dal groove vitreo.
La prima traccia è un canovaccio ipnotico giocato su un infinito loop ricamato per mezzo di intricati dettagli sonori, gran bel ritmo e mood piuttosto oscuro.
Il secondo brano è un bel centro che racchiude in se un estetica old school ben definita, con piano ed organo a giocare una parte importantissima nella costruzione del groove, oltre ad una ritmica salda e decisa.
Forse non sarà il disco che vi farà fare la differenza, potete star certi che saprà mantenere alto il livello qualitativo del vostro set.