A tre anni esatti dalla sua nascita, Agoria pubblica per la prima volta sulla sua Infiné, facendo del numero di catalogo ventuno un ep essenziale nella discografia dell’etichetta francese.
Più in generale, alla luce delle eccellenti uscite recenti di Aufgang e Clara Moto (entrambi con album di debutto previsto nei prossimi mesi) e l’imminente album di Danton Eeprom, la Infiné giustifica tutto l’interesse suscitato.

Avevamo già avuto l’impressione che Agoria fosse un produttore poco legato agli schemi e agli stereotipi: queste due tracce ne sono la prova evidente.
Due brani, quelli firmati dal produttore francese, di una bellezza purissima, cristallina. Techno celestiale, intimista, lontana dalla sua “classicità” ma, nello stesso tempo, debitrice del rigore e delle profondità del suono detroitiano.   “Libellules” è un arpeggio sognante, etereo, con un andamento onirico e dotato di uno slancio lirico non indifferente. Merito della forza catartica sprigionata e dello stato di ipnosi che riesce a generare.

Una linearità e una trasparenza che ne fanno un piccolo gioiello. 
“Magnolia” è l’altra faccia della medaglia e si integra alla perfezione con “Libellules”: un lungo tunnel nella penombra, un viaggio oscuro i cui suoni si fanno leggermente più abrasivi rispetto a “Libellules” e pagano pegno al suono di Detroit.    

Uno degli ascolti più interessanti e intensi dell’autunno 2009.